Wednesday, October 10, 2007

DENTRO AL BORDELLO


Finalmente arriviamo al bordello illegale. In Italia sono tutti così per via della legge Merlin, che pare avesse come obiettivo quello di abolire la prostituzione. Alla faccia del pensiero liberale e dello Stato “leggero”! L’ambiente è sontuoso. Piccole salette private in armonia perfetta con le ampie sale pubbliche, arredi franco-arabi del XIX secolo con tanto di sala da ballo, ampi drappeggi che non sembrano mai piombare dal soffitto, piuttosto sgorgare da qualche pertugio laterale, qualche finestrella o qualche crepa stuccata alla perfezione. Vige uno schema cromatico riposante a due tonalità, cacao e cachemire. L’ambiente profuma di zucchero filato, con retrogusto di vinaccia di barolo.
Ci stravacchiamo sui divani e subito ci accoglie una costumatissima ragazza di Marrakesh, che dopo qualche convenevole ci descrive la sua città:
“Il primo nome della città è stato Marroukech ("vai di fretta") e la sua storia è iniziata alla fine del secolo X, intorno al piccolo nucleo della medina, Il fondatore di quella che nei secoli diventerà la più importante città del sud, è stato Yūsuf ibn Tāshfīn, il conquistatore almoravide del Marocco e della Spagna cristiana. Un soggetto non tanto simpatico da queste parti, ma quando c’è qualche cliente sensibile io cito subito la battaglia di Magenta e il comandante Bragadin e i clienti subito si riverberano e spesso anticipano anche l’atto finale della loro consumazione sessuale. Comunque Marrakech, durante la dinastia almohade, è stata la città più importante dell'occidente musulmano, capitale dell'impero del Magreb e Al-Andalus, la “Perla del Sud”. La città Rossa. Perché tutto a Marrakech è rosso. Le sue strade sono rosse. La sua polvere è rossa. Rossa è l'alba. Rosso il tardo pomeriggio.”
“Tutto molto bello” dice l’infermiere accarezzando un cuscino di raso “forse però la battaglia era quella di Lepanto e il povero Bragadin non so che effetto possa fare ma è stato scorticato e con la siua pelle è stato fabbricato un pupazzo orrendo da mostrare alla folla.”
“oh ragazzi,” dice la brava marocchina “sono cose che so benissimo, il fatto che in certi momenti i clienti vanni confusi, altrimenti il cervello lavora troppo. Il sangue deve andare alla periferia, ai corpi cavernosi, ai capillari. Di battaglie di Lepanto ce ne furono ben tre, avevano preso il vizio di scontrarsi proprio lì, erano abitudinari. La terza nel 1571 fu quella decisiva e come a me piace molto il comandante sconfitto perse la vita nello scontro.”
“Mehemet Alì Pascià” azzardo.
“proprio lui.” Prosegue la ragazza “la prima fu detta battaglia Battaglia di Zonchio detta anche battaglia della sapienza”
“Come mai?” Chiede il mio amico.
“Non saprei…” dice la ragazza grattandosi un alluce.
“I guerrieri avanzavano con dei libricini in mano. Studiavano e si affrontavano con domande a quiz tipo Chi fu l'artefice del Colonnato di S. Pietro? Da quale porto inglese salpò, per il viaggio inaugurale senza ritorno, il mitico transatlantico Titanic nel 1912? Quale architetto ha curato la sistemazione di piazzale Cadorna a Milano? Come si chiama in architettura una statua di donna che sostiene qualcosa?” prosegue il mio amico delirando e io proseguo:
“Domande leggermente anacronistiche vista l’epoca…E poi quale arma impugnavano? Per il 1499 erano già in uso le pistole? O meglio quei marchingegni a scoppio che alternativamente accoppavano lo sparante e lo sparato?”
“Quell’anno no, ma furono pronte per la seconda battaglia di Lepanto, nel 1500 tondo tondo…” bofonchia l’infermiere.
“ah sì” dice la prostituta come se niente fosse “detta battaglia di Modone. Gli ottomani furono nuovamente vittoriosi grazie all’ammiraglio Kemal. La battaglia di Magenta. La battaglia impazza attorno alla stazione dei treni di Magenta; gli austriaci si ritirano nelle case della popolazione sperando di difendersi metro a metro. Il generale francese Espinasse viene centrato allo stomaco nei pressi della casa di un certo Giacobbe, un bravo fattore. Ma la sua colonna (del generale, non del contadino) e quella di Mac Mahon, con una manovra "a tenaglia", attaccano il nemico trincerato nella cittadina.”
“Che palle con queste manovre a tenaglia.” Sbotto io. “Complimenti per la dovizia di particolari, signorina. Per ora le do del lei. Poi eventualmente dopo nell’intimità passeremo al “tu” o al “voi” che ha effetti erotici strabilianti e che mi permetto di consigliare alla vostra azienda, se nessuno si offende. Chiaro che non avete nulla da imparare, men che meno da me. Ma è possibile che ogni cazzo di battaglia si concluda o contenga una geniale manovra a tenaglia, da Pirro in poi non si sente parlare di altro. Si può anche ammettere che non ci si capisce niente, che le battaglie sono tutte botte e caini e spingi di qua spingi di là, alla fine chissà perché qualcuno ha perso e qualcuno ha vinto. Magari mi ispiro all’esercito italiano che ha affrontato la seconda guerra mondiale alla viva il parroco aggredendo la Grecia e la Francia con generali che avevano studiato battaglie immaginarie di grandi geni tattici tipo Marc’Antonio che…”
“proprio da queste parti” mi interrompe il mio amico “ad Azio… contro Ottaviano.”
“No,” lo correggo “forse ti ricordi vagamente una mia citazione ma non è proprio questa… Antonio e Ottaviano erano alleati contro Bruto e Cassio, i cesaricidi, a Filippi. Ad un certo punto quel gelido fighetto di Ottaviano ha chiesto ad Antonio che cosa stesse succedendo. Erano su una collinetta e guardavano la battaglia dall’alto, Ottaviano su apposito scranno troneggiante e Antonio a cavallo . Antonio ha ammesso di non capirci una cippa ha spronato il destriere e buttandosi nella mischia ha detto che quando non ci si capisce ecco, quello è il momento di attaccare e l’ha fatto di persona.”
“Ecco,” dice la meretrice nord-africana “mi piace quando il perdente muore in battaglia.”
“Bè, non è stato questo il caso.”
Ora mi squilla il telefono. Meno male, perché la discussione cominciava ad essere un po’ troppo oziosa. Dice mia moglie:
“Ho l’oroscopo del sospettato. Te lo leggo. E’ importante. Uò significare anche il rinvio dell’interrogatorio e del dibattito.”
“Oh, ma siamo venuti fino a qua1” Piagnucolo.
“A proposito… dove siete?”
“Siamo venuti con Ennio Doris a visitare qualche club di Forza Italia. Molto bene. Ottima organizzazione, telefoni che squillano, militanti che chiamano ed esprimono parerei su pareri e tutto viene appuntato su schede tematiche e inserito in database…”
“Guarda che Ennio Doris ci ha accompagnato insieme alle guardie del corpo e l’abbiamo appena salutato. Dice che va a salutare una zietta di Gonfalonieri, che vive sola, poverina ed è tanto triste. E’ in terapia con antidepressivi.”
“Guarda che si chiama Gonfalonieri con la “ci””
“Non cambiar discorso. Dove siete, tu e i tuoi amichetti pervertiti e drogati?”
“Oh tanto vale che te lo dica. Siamo in una sauna. Dovevamo riposarci la schiena dopo tutti quegli scossoni dell’elicottero.”
“Oh ma guarda, scommetto che ci sono anche delle massaggiatrici.”
“Certo che ci sono. Ma sono serissime.” Intanto strizzo l’occhio alla nativa di Marrakesh. “Ora te ne passo una.”
Prende il telefono la deliziosa ragazza, che mi ispira fiducia innata e illimitata.
“Oh signora. Buongiorno. Qui parla “Sunflower” specialità dolori lombari, articolari, emicranie… no, non pubalgie…. Se vuole tornare al menù principale spinga 1, se vuole riascoltare il messaggio spinga 3…”
“Ma che cazzo dici?” Intervengo “Non è mica scema!”
Ma lei prosegue e non mi smolla il telefono.
“Sì… facciamo servizi anche al pubblico femminile… sì corsi…. Però a numero chiuso. Terzo livello? Non so cosa intende, ma le iscrizioni sono aperte dal 22 maggio, deve mandare la richiesta per fax al…”
Si interrompe e sconsolata mi passa il telefono. Mi dice:
“Mi ha detto troia. Non lo riferirò alla principale. Non le piacciono queste intromissioni delle mogli e ancor meno è contenta se ci insultano. Sa che ci demoralizziamo e che rendiamo poco. Comunque voi tre mi state simpatici e non ne farò un caso personale.”
Finalmente mi passa mia moglie. La marocchina è una brava ragazza, intelligente, ma alla fine un po’ pesantoccia e presuntuosa. Fortuna che mia moglie è tollerante e molto presa dalla vicenda del processo e dell’oroscopo. Mi chiede:
“Hai saputo che Olindo, quello dei coniugi della strage di Erba, si è dichiarato innocente?”
“No, ma che impudenza!”
“L’ho saputo ora da una Tv in un negozio di televisori. Accesa in vetrina come un tempo. Vogliono tentare il gioco processuale di scaricarsi la colpa a vicenda come il famoso giallo dei coniugi Bebawi a Roma. Quelli che si salvarono accusandosi a vicenda dell’assassinio di Faruk Chourbagi, un giovane egiziano che era stato ucciso a colpi di pistola nel suo appartamento vicino a Via Veneto e chi lo colpì aveva poi infierito gettandogli sul viso del vetriolo. L’avvocato della Bebawi, nientemeno che Giovanni Leone, che sarebbe divenuto Presidente della Repubblica e che è morto nel 2001 – ma chi se ne frega, fu colto da tali ripensamenti da decidere di rinunciare a suo mandato di difendere la Signora Bebawi. Pareva ovvio che quell’omicidio fosse opera di un raptus di gelosia ma i giudici non ebbero mai modo di valutare appieno se si trattasse della gelosia della Bebawi contro il giovane amante che la tradiva con Patrizia de Blanck o della gelosia del marito Bebawi verso la moglie che lo tradiva con Faruk. Un bell’intreccio. Una chiave di difesa che ha ridato libertà all’assassina o assassino.”
“Si, ho sentito questa storia.” Dice la puttana marocchina, che non si sa bene come abbia origliato dal cellulare.
“Ma te ne vuoi stare buona un attimo?” Sbotto io con nervosismo “Ora mettiti a sedere poi ci dedichiamo un poco a te.”
“Eh, va bene. Che accaloramento. Ora mi metto tranquilla e ammiro il soffitto.”
In effetti gli affreschi del soffitto, in parte nascosti dalle volute del tendaggio, consistono in decorazioni veramente mirabili. Soprattutto vengono rappresentati tanti vasi da cui alternativamente escono intrecci e ramificazioni vegetali assai bizzarre e contorte, oppure orrende teste di Erinni, Chimere, Supplici o anche Eumenidi leggermente più piacenti.
Finalmente mia moglie mi legge l’Oroscopo:
“La frase chiave di questa congiunzione è: "Io So". Il pianeta dominante è Urano, l'elemento è l'aria, la qualità è fissa; il genere è maschile. Il Sole transita nell'Acquario approssimativamente fra ieri oggi e domani. Gli Acquari sono anticonvenzionali, originali e indipendenti. Sanno comprendere i problemi del prossimo, pur rimanendone distaccati. Dominati da Urano, hanno un grande bisogno di liberta e di indipendenza e riescono ad assolvere meglio il loro destino nei rapporti basati sull'amicizia. Sentono infatti il bisogno di avere intorno a se molti amici; tuttavia sanno anche stare da soli e possono scegliere anche questa strada. Come gli altri segni d'aria, sono degli intellettuali; loro però sono più profondi: credono nelle riforme e sanno lottare per affermare un diritto, bene di una collettività. Per questo motivo sono sempre all'avanguardia e non rifiutano mai le innovazioni. Gli Acquario sono onesti e fedeli e in genere godono di buona salute; possono essere soggetti a problemi di circolazione nelle gambe. A questo governo di Urano, vengono associate le pietre scure, blu, viola e nere. Tipicamente la pietra associata al segno dell'Acquario è il Quarzo, che aiuta a portare ordine nei pensieri e chiarire la mente, o lo Zaffiro Blu particolarmente utile per la salute o l'amore. Il Cristallo di Rocca, articolare tipo di quarzo, considerato purificatore e protettore, apporta invece ai nativi energia, potenziando la loro forza vitale.”
“Ah bene e allora che cosa bisogna dedurre?”
“Bè, io lo interrogherei ugualmente, ma in maniera leggera, non definitiva. Bisogna sentire anche una versione alternativa a mente fredda. A bocce ferme.”
“Va bene, come vuoi. Sai che sono sempre d’accordo con te. Dopo lo diciamo a Pusher. Speriamo di convincerlo.”
“Speriamo” Dice lei”Spesso mi sembra ragionevole, altre volte pare un integralista d’assalto. Un fanatico assoluto.”
“Bene, ora ti saluto. Mi sembra di vedere arrivare la proprietaria…”
“La maitresse vuoi dire…”
“Ma cosa…”
“Va bè, ciao. Mi raccomando le misure igieniche.”
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