Wednesday, October 05, 2005

CUNIBERTI PIER ACHILLE Padulle di Sala Bolognese 10.10.1923


L'antologica di Pirro CunibertiUn’Antologica (1948-2003), per raccontare – attraverso circa 200 opere – Pirro Cuniberti, pittore tra i più rappresentativi dell’arte contemporanea, la cui vicenda artistica affonda le radici a Bologna.Su di lui si sono espressi i più importanti critici italiani tra i quali Francesco Arcangeli, Paolo Fossati, Pier Giovanni Castagnoli, Renato Barilli e Fabrizio D’Amico.La mostra, a cura di Claudio Cerritelli e Dario Trento, parte da Bologna (Museo Archeologico, 15 novembre 2003-30 gennaio 2004), per poi approdare a Mantova (Casa del Mantegna, settembre-novembre 2004). Una sezione dell’Antologica di Pirro Cuniberti sarà anche oggetto, nel corso del 2004-05, di una mostra itinerante in varie città europee: a febbraio-marzo 2004, sarà all’Italienische Botshaft Kulturabteilung di Berlino e, a seguire, farà tappa a Londra (presso l’Istituto Italiano di Cultura); a Leida (Olanda) al Museo di Storia Naturale; Lisbona (Museo delle Acque); Helsinki (Museo d’Arte Moderna); Oslo (Galleria d’Arte Contemporanea). L’Antologica fa parte del cartellone “Viva Bologna Inverno” del Comune di Bologna.Il programma espositivo è coordinato dal “Comitato Mostre Pirro Cuniberti”, istituito per promuovere il lavoro dell’artista.Il progetto è realizzato dal Comune di Bologna, dalla Provincia di Bologna, dalla Regione Emilia-Romagna e dalla Galleria d’Arte Moderna di Bologna.In occasione di questa antologica, verrà pubblicato un volume monografico in italiano e in inglese a cura di Claudio Cerritelli e Dario Trento edito da ‘Charta’, con testi critici dei curatori e contributi di Stefano Benni, Alessandro Bergonzoni, Andrea Emiliani, Tullio Pericoli, Roberto Roversi, Peter Weiermair.Nella mostra al Museo Civico Archeologico, la vicenda artistica di Cuniberti è ‘raccontata’ attraverso circa 200 opere ed è divisa in tre sezioni, corrispondenti ai periodi dal 1948 al 1960; dal 1960 al 1979; e, l’ultima, dal 1980 al 2003.La prima sezione è composta da singole opere dal 1948 al 1960, raccolte in gruppi che corrispondono sostanzialmente alle mostre personali tenute dell’artista e dalle letture critiche che le hanno accompagnate. In questo modo è possibile seguire i gradi di evoluzione della personalità dell’artista, dal primo decennio di sperimentazione mantenuto sostanzialmente in una dimensione privata, alla mostra personale presentata da Francesco Arcangeli nel 1957; a quelle successive che vedono una prima emersione del mondo fantastico cunibertiano: cani, badesse, comunicatori, lottizzazioni e venditori di automobili, fino alla comparsa dei primi goffi angeli e lombrichi, annuncio delle nuove presenze destinate ad abitare le superfici dell’artista.La seconda sezione entra nella vicenda cunibertiana del segno per esaminarne la regola interna.In primo piano si documenta la prima definizione dell’universo dei segni autonomo cunibertiano avvenuta nei disegni che vanno dal 1974 al 1979.La terza sezione della mostra documenta l’infittirsi degli scambi tra fogli e masoniti, tra materiali, segni e tecniche diverse nella riproposizione dei moduli-base del linguaggio pittorico: la natura morta, il paesaggio, diversi gradi di figura e invenzioni di segno di pura autoreferenzialità.Infine, un ultimo livello esamina il riemergere di segni ed esperienze formali in partenza estranee alla poetica del segno, ma legate alla storia e memoria personale dell’artista: il nudo, la testa, il volto, il ritratto, specie nell’ultimo decennio di attività dell’artista. Nella mostra sono documentati anche i ‘libri d’artista’: una diversa dimostrazione del ‘sistema’ immaginativo e creativo di Cuniberti. L’artista, infatti, ha spesso privilegiato dei corposi menabò rilegati di carta grossa per la stampa come depositi liberi delle sue alchimie segniche. La vicenda ha proceduto nelle maniere più diverse. Un volume è stato magari cominciato su un lato in un certo anno e ripreso anni dopo sul lato opposto. Un altro, è partito da un segno inciso al centro di una pagina, proseguito sul foglio successivo a partire dalla traccia trasmessa e continuato per pagine e pagine in questa maniera. Altre volte è l’invenzione felice e inattesa nata su un foglio volante che chiede di essere registrata in un luogo di memoria più riservato e compatto, perché l’artista lo possa ritrovare o non rischi di perderlo. Nell’ambito della mostra al Museo Civico Archeologico ( l’allestimento è a cura dell’architetto Mauro Bellei) sarà in visione un video-clip, per la regìa di Odino Artioli, girato a Bologna e provincia, che narrerà per immagini la storia umana e artistica di Pirro Cuniberti, con la partecipazione di Stefano Benni, Alessandro Bergonzoni, Claudio Cerritelli, Andrea Emiliani, Tullio Pericoli e Dario Trento.

0 Comments:

Post a Comment

<< Home