Thursday, October 13, 2005

sul divano


Il mio amico mi è entrato in casa e si è messo sul divano. Sdraiato di tre quarti. Mi ha spento il televisore. Ha giocato a calcetto e si è dichiarato soddisfatto. Saltava l'uomo, alla fine è stato criticato in quanto capro espiatorio ma l'autovalutazione sarebbe buona. Alla fine ha bevuto due birre - non è avvezzo all'alcool anche se si strafà di altra robaccia. Insomma i dilemmi sarebbero due forse tre.
Primo. L'allergia per quella tale Mary Uves: possibile elencarne i difetti - forse più di dieci: bugiarda, caciarona, opportunista, vagabonda, inchiavabile somigliante alla stessa madre del mio amico. Ma ciò non basta - dice lui - vista la simpatia per elementi peggiori coi quali sarebbe pure possibile mangiarci una pizza. E pure Mariuves nemmeno sarebbe antipatica in senso stretto. Quindi tutta la colpa è del mio amico che nemmeno può permettersi di criticare publicamente il soggetto.
Secondo. Possibile che la destra italiana sia così nettamente spudoratamente disonesta? Stando le cose così parrebbe di sì. Anche ascoltandone le dichiarazioni non si vede un barlume. Tutte versioni ufficiale, nessuna traccia di senso etico super-partes. Non deve essere possibile - dice il mio amico - per forza manca qualche informazione. Lui aborre questo schema male vs. bene ma la tracotanza dei fatti converge lì. Lui spera che nei prossimi giorni qualcuno lo informi in senso diverso. Ci dev'essere qualcosa d'altro, anche se non si vede.
Terzo. Ancora sotto shock per il fatto di Lapo Elkann. che cosa spinge un uomo da un trans? Omosessualità? Proprio no, al gay piace il maschio. Quelli sono maschi che si manifestano come femmine. In questo caso l'apparenza è tutto. Siamo sinceri: qui si tratta del gioco godimento-sodomia-dominio-umiliazione, elementi che nel cervello del sapiens sapiens sono ben collegati fra di loro, come nel resto dei primati. Forse questo non è un motivo per il quale sarebbe stato meglio che avesse prevalso il Neandertaliensis. Altre sarebbero le ragioni, ma me le dirà domani. Ammesso che sopravviva, il mio amico.

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