Friday, November 16, 2007

la moglie


Mentre scendiamo tutte le ragazze, spiritosamente, ci salutano sventolando fazzoletti bianchi macchiati di rosso scuro.
Ed ecco che si accinge al nostro cospetto il già mitico Cazzo Cazzaniga. Naso aquilino, lentiggini, denti larghi e separati, forse non proprio trentadue, forse ventisei o ventiquattro. Pare siano comunque numero pari.
Si guardano con l’infermiere di sottecchi, come due che non si vedono da un paio di anni. Un po’ si fanno ribrezzo l’un l’altro.
“come vanno le tue faccende giudiziarie?” chiede Cazzo all’infermiere.
“Oh, niente di che. Verrò processato, ma non mi pare un problema.”
“Processato?” Mi inserisco io “Non sapevo nulla.”
“Oh ma non è nulla di grave. Sono rimasto coinvolto in una situazione di mala-sanità. La morte di un certo Quadretti. Un paziente disturbato di mente che è deceduto di polmonite. Il fatto è che non si capiva in che misura era picchiatello e in che misura stava male. Così i medici hanno fatto casino. E’ morto per polmonite fulminante. Stava male, non ossigenava, è tipico che gli svantaggiati subiscano queste sottovalutazioni. La statistica non sbaglia: handicappati, anziani, membri di minoranze. Ma io non c’entro, non ho colpe, sono stato coinvolto d’ufficio. Ero presente e anzi mi sono impegnato ad avvertire il medico in continuazione, il quale nicchiava, fingeva indifferenza. Molto si gioca proprio su questo sull’equivoco sapere-non sapere della sintomatologia. Finché non compare nulla di scritto si può considerare che non stia succedendo nulla, specie se poi il paziente muore e quindi non può raccontare. Se invece sopravvive in qualche modo sarà molto grato al medico che lo ha miracolato. Molto si gioca in questo terreno oscuro della pseudo conoscenza o delle presunte abilità del guaritore, sia esso-egli padre Pio o un oscuro beccaio di provincia. Non con questo che non sia giusto processarmi. Lo ritengo doveroso, non solo rispetto a quanto avvenuto ma anche in generale. Ogni uomo dovrebbe essere processato una volta nella vita indipendentemente dalla colpa. E’ un fatto salutare, specie se si pensa di essere innocenti. Nessuno lo è, nessuno pensa di esserlo prima di essere messo alla sbarra. Bisogna stare molto attenti a non sporcarsi le mani, c’è sempre il rischio di venire scoperti. L’accusato dovrebbe presentarsi dinanzi alla corte con abito a righe e cappellino rotondo, possibilmente senza dentiera.”
Cazzaniga ora pare piuttosto incantato, ha anche una leggera caduta della mandibola. Ci porta dalla moglie, un pezzettone di figa inconsapevole, una che è impossibile che la sappia vendere, ma che la dà molto volentieri. Ha un accappatoio blu sbiadito piuttosto spugnoso e pesante, la sottoveste e calze color carne piene di smagliature con giarrettiere e improponibili mutande della nonna. Ci offre qualche dolciume congelato e un liquame alcolico dall’aspetto petrolifero. Sul divano ci sono due bambini, un maschio e una femmina, assolutamente inerti. Ci guardano con i loro occhioni vitrei e non parlano. Reggono lo sguardo negli occhi con notevole ostinazione e solo per questo si può escludere che siano artistici. Non pare abbiano alcuna voglia di giocare. Per la casa ci sono svariate decine di soprammobili souvenir di località balneari: Riccione, Urgada, Porto Empedocle. Dice la moglie Cazzaniga:

“Ho un vuoto allucinante nel cervello, avrei mille cose da dire e da sfogare ma non riesco a fare ordine, non riesco a mettere i pensieri nei propri tasselli, non riesco a fare uno schema logico e razionale della situazione. Quando mi viene da piangere mi si fermano le lacrime agli occhi. Mi sarò fatta interamente due pianti, il resto tutto a metà. Non ho nemmeno fumato tanto. Ieri zero assoluto, oggi tre sigarette di cui una consumata con Betta ai giardinetti dello sporting club, a pochi metri dalla scritta PERICOLO DI MORTE. Se sentite di una palestra, esattamente la “Gigi Sforza e i suoi bigotti”, scoppiata per colpa di due deficienti che fumano vicino ai macchinari, e vi vengono a chiedere se mi conoscevate dite semplicemente che ero una brava e santa ragazza.”
“Ah, vai in palestra?” Chiede l’infermiere.
“Sì, faccio cyclette e quel macchinario che si chiama adductor, per rinforzare i muscoli interni delle cosce. Poi li sperimento su mio marito. Gli faccio una stretta mortale e gli impediscono di andarsene dal letto.”
“Oh povero” Faccio io tanto per dar aria alla bocca.
“E’ una bastarda” Dice Cazzo “fa finta di dormire e quando io faccio due passi ecco che mi abbranca. Mi stringe e mi bacia, come fossi il suo pupazzo.”
“Oh, piacerebbe a me essere al tuo posto. Una mogliettina così!”
In effetti non è male. Ha un bel seno e occhi penetranti anche se un po’ opacizzati dal Valium. Sarebbe una tipica MILF (mother I’d like to fuck) con quell’eccesso di testosterone che le darebbe anche quel pelo di impudenza in più, se solo non fosse così imperlata… ora mi dice in un orecchio: ”Tutti mi dicono che non è una dramma, però quando ci passano loro, è tutto una tragedia..Domani mi compro il pacchetto da dieci delle Chesterfield Blu e me ne sparerò parecchie, visto e considerando che mio marito Cazzo-Cazzaniga starà fuori per todo il giorno. Comunque a breve avrò il mio numero di telefono privato, e potrò scambiare gli sms senza che mio marito se ne accorga. ”
“Ma hai delle storie?” Oso chiederle mentre il marito sta tornando nei paraggi.
“E’ che mi manca la concezione di storia, vero Franco?” chiede a Cazzo Cazzaniga “Non pensi che io non abbia dei problemi nei miei rapporti?”
“Bah” risponde il marito “Il fatto è che lei quando ha una relazione extraconiugale la colloca in una certa posizione gerarchica, ad esempio dopo di me, dopo i figli, dopo il lavoro e dopo la palestra e poi riformula questa graduatoria tutti i giorni ed è inevitabile che il pretendente rimanga a bocca asciutta perché qualche piccolo avvenimento che riguarda le priorità c’è sempre. A volte i bambini col raffreddore o un’ora di straordinario richiesta dal capo-ufficio. Se vedo che ha qualche appuntamento a me basta inventare una qualche scusa, anche mandarla a fare la spesa che ecco che salto di nuovo in vetta alla classifica. In genere i bidoni che infligge a questi amanti sono letali per il rapporto. Loro si incazzano, a volte la picchiano e lei vorrebbe che io intervenissi, ma mi sembra eccessivo.”
“Questo non succederebbe se avesse un tipo di organizzazione su base settimanale invece che quotidiana.” Commenta argutamente l’infermiere. La moglie Cazzaniga prosegue con le sue deliranti argomentazioni:
“Ma quante stronzate sto sparando per non pensare, per non sentire l'angoscia che mi divora lo stomaco? Oggi ho cagato troppo, sono stata emotivamente troppo male, e a spinning per via di quel fottutissimo stiramento nemmeno ho fatto la lezione per intero, mi girava troppo la testa e il Dio dell’induismo non era con me. Nessuno di loro, sebbene sia un politeismo sterminato e perfetto, un terreno di tolleranza assoluta. Poi dicono che la gente bestemmia, ma Osiride mi ha tradito e questo mi fa mi rodere troppo il culo e questo mi sembra lo sfogo di una 15enne. Oddio sto sclerando... mi servirebbe una sigaretta per rilassarmi... la camomilla per me che ho preso psicofarmaci a go go, Valium come se piovesse, è acqua colorata e saporita. Una sigaretta, un personale o una gran bella scopata... io vorrei la terza, ma uno ho il ciclo, due sono in crisi con un ragazzo...lui direbbe che stiamo alle patatine fritte. Mercoledì lo vedrò, e non nascondo che ho una voglia matta di stringermelo tra le gambe e spappolarlo tutto. Non nascondo la fottuta voglia che ho di lui, del suo stile da signorotto di campagna, ma non posso nemmeno nascondere quanto sia stanca e incazzata dei suoi modi da 15enne,o forse sono modi normali da 18enne e sono io che dopo due storie con ultratrentenni ed eccessive seghe mentali ai 18enni gli faccio da mammà? Probabilmente ho sbagliato a correre così tanto, temo di essermi illusa un po'... temo che per dimenticare il passato abbia corso e mi sia aggrappata a una speranza che non c'è, temo di aver sopravvalutato troppo lui e questa storia. Temo di farmi troppe seghe mentali e farei molto bene a masturbarmi e mettermi a dormire.”
“mamma, guarda che noi dobbiamo ancora cenare” dice la bambinella femmina.
“Oh, posso preparare io.” Dice Cazzaniga “lasciate che la mamma riposi.”
“Altrimenti potremmo preparare noi una bella pasta all’amatriciana” Azzarda l’infermiere coinvolgendomi in questa insensata iniziativa.
“Ma non se ne parla neanche.” Dice il maschietto “Vogliamo gli hamburger”
“Ma ragazzi, ci penso io” dice lei, poi si rivolge verso di noi “Domani finalmente convalido l'iscrizione ad un corso di scultura con materie plastiche, finalmente vado a pagare quella merda di bollettino. Finalmente inizio il mio percorso da artista, come quel pezzaccio di merda rotto in culo di Paolo che se non si fa sentire lo azzoppo.Tanto per restare in tema di migliori amici stronzi rotti in culo stanotte ho sognato che mi sposavo con un pittore umbro, il Perugino o il Pinturicchio. Mi abbracciava, mi stringeva, mi dava i baci sulle guance. Mi ricordo come mi baciava le guance e come sorrideva al pensiero che potessi fargli da modella. Ma l’idea di fargli da madonnina mi faceva incazzare, sembrava che così mi togliesse le mie doti di donna reale Gli occhi dovevo averli come pareva a lui e li sceglieva dentro una ciotola pieni di occhi di diversi colori, con pure tutti i filamenti attaccati, compreso il nervo ottico. Ora che ho finito di sclerare i cazzacci miei vado a masturbarmi e poi a dormire... domani altra totale giornata di apatia...e mercoledì il grande giorno... tifate por moi.”
“Bè ragazzi…” dice Cazzaniga “non vorrei vi faceste una cattiva impressione. E’ una brava ragazza e ha tirato su benissimo questi due bambini, vedete come sono bravi?”
“Sì papà, siamo bravi ma abbiamo fame. Se cuoci gli hamburger poi andiamo a letto anche noi.” Dice il maschietto e la femmina aggiunge rivolta a noi:
“Il fatto è che la mamma non riesce mai ad uscire con gli uomini. In tanti ci provano, ma alla fine non succede mai nulla. Uno a volta ci portò a Mirabilandia. Il fatto che il papà sembra buono, invece la controlla. La mamma avrebbe più bisogno di divertimento.”
“Cosa ne pensate di questi due come zietti?” Chiede Cazzaniga, mentre l’infermiere improvvisamente si spazientisce, saluta e via che andiamo.
Ci immergiamo nel traffico, telefoniamo a destra e a sinistra, a Igor Marini, a Scaramella e al nostro amico esultante nel pieno picco di una dose di coca così come non ce n’era da almeno dieci anni.
Passano i minuti e pure le ore.Verso sera commetto l’errore di seguire l’infermiere ad un ritrovo di suoi simili. Mi presenta ad un paio di ragazzette piuttosto provate. Gente che soffre, si vede subito, che non mangia e non dorme mai alla stessa ora. Il ritrovo degli infermieri è preoccupante, lo è assai. Si susseguono i rituali. Il primo è quello del cibo, e non è innocente. Specie le ciotole di noccioline, di arachidi, cereali rinsecchiti, pinoli, mandorle. Girano bottiglie etichettate di vino rosso, si parla di vino novello e la qualità è infima, trattasi di vino ai limiti del grottesco. Si passa poi al rituale della narrazione aneddotica sull’ambiente di lavoro. Eventi che smascherano qualche comportamento ineducato della solita dottoressa tonta e carina, anche se per certi pare pure raccapricciante. Par che solo per la professione medica valga il politicamente scorretto delle donne nettamente più incapaci degli uomini, al di là della decenza di qualsiasi media matematica parzialmente riparatrice. La terza fase è la più insopportabile: il gruppo di infermieri subisce il definitivo scadimento sociale fino a livelli da canile. Un cane che abbaia in fondo dice: eccomi qua, sono il tuo simpatico cagnetto, esisto e sono persino ubbidiente! A parte l’ubbidienza spesso il discorrere umano, a prescindere dalle tematiche, ha gli stessi contenuti. Tutti parlano per frasi smozzicate con tono progressivamente più alto, nessuno ascolta, salta ogni benché minimo turno di conversazione. A questo punto non si può nemmeno escludere che qualcuno parli in dialetto napoletano nonostante gli altri non lo siano. Siamo alla bagarre De Filippi. Ci si domanda se un tempo esistessero tali aberrazioni. I geroglifici egizi non sembra ne parlino, il romanzo borghese anglo-sassone, forse perché borghese (soggetti educati, inappetenti) forse perché romanzo (bisogna narrare i dialoghi rilevanti, non le fasi confusionarie) forse perché british style, non ne parla. Nelle nostre campagne pare esistesse il filòs, un genere di chiacchiericcio collettivo femminile, di cicaleccio un po’ pettegolo che però non pare prevedesse momenti di particolare concitazione, anche questo difficilmente paragonabile a simili marasmatici eccessi della forma dialettica. Questo casino pare si presenti anche in corso di riunioni di lavoro, con gli astanti persino pagati con i pesanti dobloni di Totò-contribuente, ma mai nessuno che abbia l’istinto di alzarsi e di dire basta, così non si può continuare! Stringiamoci a coorte! Siam pronti alla morte! Ammettiamo le nostre colpe, paghiamo i nostri debiti e proviamo a parlare uno alla volta e uno fa il presidente e concede la parola a chi l’ha chiesta.

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