Monday, October 29, 2007

assolto


Molti di noi, in particolare le due donne, si sono accorti che qualcosa non funziona molto bene nelle due guardie, oppure funziona troppo bene. Sono fisicamente e moralmente dissimili. L’uno è più corpulento coi baffi, l’altro più modesto, castano, con un nasetto insulso. C’è una tresca fra di loro. Quello più grosso è quello che si crede un fotografo professionista o artistico e spesso lo si ritrova pallido e sudato senza motivi tangibili. Quell’altro è juventino dalla nascita e si cura molto bene la basetta e il taglio dei capelli. Alla fine risulta essere un tipo modesto e altruista nonostante le caratteristiche ostinate e perverse della sua fede calcistica. Secondo mia moglie e la moglie del mio amico il connubio tra i due consiste semplicemente nel fatto che vanno a letto insieme, ma nessuno dei due sarebbe gay. Starebbero semplicemente facendo una scelta di opportunità. Il fotografo ha alle spalle tre divorzi e cinque figli, ha trentacinque anni e ne dimostra quarantatre. Ha baffi folti e la barba gli cresce oltre un centimetro ogni ventiquattro ore. L’altro pare un tipo raffinato e generoso, ama in segreto mia moglie e la moglie del mio amico, ma entrambe sostengono che sia impotente, che non abbia abbastanza carica ormonale e spinta cardio-cinetica, insomma sia più adatto fisicamente ad essere sodomizzato. Nel grande duello mente-corpo, data per acclarata per due minuti questa buffa dualità cartesiana, è il corpo a dettare legge in quella curiosa situazione. Entrambi non imbroccano con le donne e quindi avrebbero trovato la via più naturale di compensazione. Entrambi sono imbarazzati dalla situazione e fanno bene ad esserlo perché non sono nemmeno gay ego-distonici come direbbe un analista un po’ antiquato di area italo-francese (un po’ Lacan, un po’ Musatti) ma sono due esseri viventi con pulsioni sessuali dislocabili.
Lo juventino è stato sentito fare all’amico un discorsetto consolatorio relativo forse all’ultima moglie del fotografo. Più o meno, dice la moglie del mio amico che origliava dal bagno delle donne (sì, ancora i cessi, luoghi di eccellenza per ogni qualsivoglia involontario passaggio di informazioni), il discorso dall’uno all’altro sarebbe decorso così:
“Com'è che te lo spiego che esageri? No non è il momento adatto per svelartelo, magari un giorno... quando i tuoi sentimenti non ribolliranno più in questo modo, no nemmeno allora, forse non te lo dirò mai e resterà un pensiero inconfessato...”
“Cosa intendi?”
“So quanto soffri, mi chiedi come ho potuto affrontare e sopportare il medesimo dolore per più di un anno. Ti rispondo che non ho avuto scelta, mi correggo, non l'ho nemmeno cercata un'alternativa. La mia cocciutaggine dettava regole precise, forse era uno step necessario nella mia vita: dovevo crescere e dovevo farlo in fretta, in quel modo e in quel momento. Ora tocca a te. Per amore si soffre, ma ancora di più per desiderio. Poco serve che io ti dica che sono solo le tue convinzioni a farti sanguinare, tanto solo tu e il tempo potete metterci fine. Non mi è piaciuto che nonostante lei per la terza volta ti avesse chiesto di lasciarla libera tu abbia insistito, come se solo il tuo pensiero avesse importanza. Non mi è piaciuto che per così tanto tempo tu abbia snobbato quelle amicizie che ora avido cerchi. Non mi piaceva quando con quel fare sapiente mi chiamavi "il mio bocciuolino d’oro", mi suonava patetico, dicevi di amarla ma sentivo che lei non ti considerava allo stesso modo e mentre tu la enfatizzavi lei ti scaricava a casa alla sera per i suoi amici... ma tu la giustificavi. Amore, eh? Già. Quest'ultima parte la comprendo. Mi vorrai bene anche se non ti dico proprio tutto? Questi sfoghi restano solo per me, almeno per ora.”
“Ma cosa devo sapere?”
“Va bene. Lei mi pagò. La prima volta mi diede cinquemila euro. Non capivo e rifiutai. Ma come faceva a sapere? Cosa aveva intuito? Come aveva potuto se io ero vergine? E’ stato forse questo a determinare tutto ciò che è successo dopo, il fatto che io ti abbia offerto l’intimità delle mie mucose?”
“Non devi dire queste cose. Non devi pensarle. Io stesso dimenticherò. E non tu userò più come sfogo, almeno fino a stasera alle dieci, dieci e mezza.”
Ma perché un caprone così dovrebbe essere un sensibile fotografo capace di fermare in un clik le epifanie del mondo reale, le ineluttabili modalità del visibile? Questa domanda sciocchina non la farebbe nemmeno quell’analista pre-alpino di prima. Non sarebbe certo il primo caprone maleducato, egoista e ottuso che per qualche motivo si ritrova dotato di un qualche tocco magico nei territori di una delle sette muse comprese le ultime arrivate: ottavo il cinema, nona la fotografia, decimo il design.
Intanto i due bamboccioni hanno ripreso a parlare di attualità politica. Un vero supplizio.
“Il Berlusca può proseguire. Lui, Silvio. E’ stato assolto per la vicenda SME, corruzione di giudici. La Sesta sezione penale, presieduta da Giorgio Lattanzi, si è così allineata alle richieste della pubblica accusa della Cassazione che stamattina aveva appunto chiesto il rigetto del ricorso della Procura di Milano.”
Il secondo mollaccione stavolta non sembra dargli contro in maniera diretta, ma si coglie un tono ironico nella sua voce.”In questo modo Berlusconi è stato definitivamente assolto dall'accusa di corruzione in atti giudiziari per i 434 mila dollari che da un conto Fininvest sono finiti al giudice Renato Squillante attraverso Cesare Previti. Per questo capo d'accusa l'assoluzione per non aver commesso il fatto era già arrivata in appello, mentre in primo grado l'ex presidente del Consiglio per questo capo d'imputazione era stato prosciolto per prescrizione grazie alla concessione delle attenuanti generiche. Interpellato dall'ADNKRONOS, l'avvocato Gaetano Pecorella, uno degli storici difensori dell'ex premier, non nasconde l'amarezza per i 20 anni di sofferenza che hanno segnato la storia politica di questo Paese. Certamente, dice il difensore di Berlusconi, 'un'assoluzione moralmente è sempre un risarcimento, ma ora sarebbe giusto che chi lo accusò a suo tempo gli chiedesse scusa in maniera tangibile, si tagliasse una falange alla maniera degli impiegati nipponici accusati di rubare in azienda.”
Il primo bamboccione non nasconde il nervosismo: ”Nella breve requisitoria il giudice della Cassazione Oscar Cedrangolo, allineandosi alla relazione fatta dal consigliere Giacomo Paoloni, e questi nomi me li sono inficiati nella memoria come quelli di un giallo di Simenon, non ha potuto fare a meno di sottolineare che "risulta pacificamente che sia la sentenza che ha assolto" dall'accusa di corruzione Berlusconi, "sia il giudice di Milano che ne vorrebbe l'annullamento si fondano sulla stessa sentenza Imi Sir". Dunque, secondo il pg della Suprema Corte, "è singolare che si possa pensare che la stessa sentenza possa essere sottoposta a due chiavi di lettura diverse: l'assoluzione da una parte a la cancellazione dell'assoluzione dall'altra".
“Ah, ma guarda” interviene mia moglie “E’ singolare che le stesse pagine della Bibbia ispirino due religioni diverse.”
Il bamboccione la guarda con odio. Quando parla ormai gli esce una densa schiuma dalla bocca ”A chiedere ai giudici della Cassazione l'accoglimento del ricorso della Procura di Milano è stato, invece, l'avvocato Massimo Giannuzzi, legale della presidenza del Consiglio dei ministri, costituitasi parte civile nel processo.”
L secondo bamboccione sale sopra un fitone e ora declama o mo’ dell’ubriaco del Woyzek:
"Ritengo di poter dissentire dalla richiesta del pg della Cassazione - ha detto Giannuzzi ai giudici della VI sezione penale - perché effettivamente è anche vero che la Procura di Milano nel ricorso si fa carico di spiegare che dalla sentenza Imi Sir ci siano gli estremi perché si possa configurare il reato di corruzione in atti giudiziari nei confronti dell'imputato".
L’altro mi guarda e mi parla con calma guardandomi negli occhi e gesticolando con lente mosse di karatè:”Per i difensori di Silvio Berlusconi il ricorso va respinto in quanto "il Pg rivisita in punto di fatto delle valutazioni che giuridiche non sono". Di conseguenza, in adesione alla richiesta della pubblica accusa della Suprema Corte, gli avvocati Niccolò Ghedini e Gaetano Pecorella, i nomi li so perché l’erudizione passa proprie per conoscenze apparentemente inutili che si depositano negli anfratti dell’encefalo in attesa di essere capitalizzate, nelle loro brevissime arringhe, hanno chiesto la conferma dell'assoluzione per Berlusconi, il Berlusca.”

Sunday, October 28, 2007

aids


“Il mondo non è piccolo, è enorme. Però ci si incrocia continuamene negli stessi punti, come se fossimo in pochi, mentre invece siamo un numero sterminato” dice quell’erudita della moglie del mio amico.
“ma è stato lo scopritore del Dna ad affermare che i bianchi sono più intelligenti dei neri?” Chiede il mio amico, un po’ fuori tema.
“quale dei due,” chiedo io “Watson o Crick?”
“Boh!” Mi viene risposto. E ne approfitto per sparare un simpatico pistolotto di sociologia della scienza, cioè di una disciplina che in qualche modo è ipostatica alla scienza stessa.
“Quando si esce dall’ambito del proprio stretto seminato spesso gli scienziati vanno in tilt. Questo non distingue certe medie che possono esserci nella popolazione con certi risultati massimi ed estremi. Non sono risultati, anche ammessi e non concessi, che potrebbero essere mai trasferiti ad un certo individuo x o y. Nessun bianco potrà mai ritenersi con sicurezza più intelligente di nessun nero, quindi sono affermazioni inapplicabili agli esseri umani come persone che detengono diritti e cittadinanza.”
“Ma quando dici risultati estremi intendi per esempio quelli dell’atletica leggera, dove in certe discipline ormai è accertato che alcune razze o meglio alcuni ceppi umani risultano dominanti.” Dice mia moglie che mi ha già sentito fare discorsi del genere e quindi mi appoggia. Quando fa così non solo la amo, credo di adorarla.
“Certo.” Proseguo “Lasciando stare le possibili differenze basate sulle differenze di opportunità, tipico quelli uomini/donne o bianchi/neri, a parte che il miglior romanzo nordamericano dello scorso secolo pare sia firmato da una donna afro-americana e i punti più alti raggiunti dall’uomo in termini di materie severe per esempio logica e poesia, sono state raggiunte da due schizofrenici puri. L’uno Kurt Godel era talmente andato che non voleva firmare la costituzione americana, lui era austriaco ed in fuga dai nazi, perché aveva delle falle logica e poteva culminare in dittatura, cosa effettivamente successa in Europa con le dittature degli anni trenta. Il secondo, tanto per restare in tema, Ezra Pound, il poeta più sommo del secolo, era anche un fascista puro e ostinato, antisemita, ossessionato dall’usura. Fu rinchiuso persino, dopo la fine della guerra cioè in una situazione di stato di diritto in una gabbia all’aperto nei pressi di Pisa, non si sa perché proprio Pisa, se la Torre o Galileo potessero c’entrare qualcosa. Poi fu dichiarato pazzo così come niente fosse e non fece nemmeno in tempo ad essere salvato da basaglia nonostante fosse nei pressi di Venezia.”
“Tutto vero.” Conferma Igor Marini.
“Sei il solito coglione comunista.” Dice il più brunetto dei bamboccianti.
Siamo nella sala da Tè del Bar la Mangusta del centro di Bologna. Alle parete affreschi deliziosi con temi stilizzati della creazione, del martirio di san Sebastiano, di forme dionisiache persistenti nel medio-Evo e nel rinascimento, con simbologia legata all’opulenza e alla fecondità.
Siamo tutti ancora un po’ turbati dall’episodio della tortura del ladro di eroina, Ludovico. Da notare che prima non aveva nome, in corso del trattamento gli abbiamo dato questo nome. Il più turbato appare lui stesso, Ludovico giustappunto, che non pare aver ancora superato l’avvenimento. Da notare che ha subito quasi venti elettro-eiaculazioni, con apparecchio sperimentale procurato dallo Scaramella, che funziona tramite introduzione per via rettale.
Il biondino dei bamboccianti anche stavolta è stato alla partita di Futsal e così la commenta:
“Una bella partita, pulita, vibrante, anche emozionante, sentimentale, romantica. Giocata al cospetto di 300 spettatori entusiasti e Sbigottiti. Nel primo tempo è stato dominato in lungo e in largo con folate irresistibili dal Kaos di Andrejic con una prestazione convincente sfociata nel gol di Tarnawski al 12’ che ha esultato col pugno chiuso mosso dal basso e che porta a 5 reti il suo bottino personale risultando, fin qui, il miglior realizzatore della squadra; l’ Imola di Neri, invece, nella ripresa si porta al pareggio di Trevisani al 32’grazie ad una lieve deviazione che spiazza l’incolpevole Giannattasio, meravigliato al punto da cominciare ad emettere una lunga serie di singulti udibili anche negli spogliatoi, in altre circostanze autore di alcune parate favolose con voli da un incrocio all’altro. Forse ci sarebbero potuti essere più gol se l’Imola non avesse centrato due pali con altrettante bombe di Machado (brasiliano, olivastro) dalla distanza e avesse infilato con Canonica un bel diagonale dalla sinistra di Cavalli e il Kaos avesse sfruttato meglio due contropiedi con Thiago e Rossa, e avesse trasformato un gran tiro di Beltrani sul finire dell’incontro colpendo anche un palo terrificante con capitan Vignoli. Da questa analisi potrebbe sembrare che Bologna meritasse di più ma, forse, non è così, considerando l’attenta prestazione delle belve imolesi, tipiche dell’ambiguità della terra di confine tra Emilia e Romagna, né carne e né pesce; alla fine tutti i protagonisti sono sembrati d’accordo sul risultato rimandando alla partita di ritorno la scottante tematica sulla supremazia territoriale.”
Mia moglie si inserisce con questa strana argomentazione:
“Quando giocavo a pallavolo c’erano strane mosse da parte dei maschi. Erano tornei misti, almeno due donne dovevano essere sempre in campo.
Quando tutti si erano stretti le mani si temeva seriamente che qualcuno compisse qualche gesto un po’ troppo omosex. Negli spogliatoi c’erano diverse strizzature di coglioni, ma tutto molto amichevole, senza morbosi significati sessuali. Alla fine abbiamo capito che era la presenza di noi donne ad innescare tali comportamenti.”
“Io facevo hockey su prato e anche lì non si scherzava negli spogliatoi. Eravamo sempre tutte con le ginocchia gonfie per via delle mazzate, volontarie e non e c’erano diverse che lenivano il dolore con ampie leccature al miele d’acacia.” Dice la moglie del mio amico.
“Ah brava, grazie.” Dice mia moglie. Ce l’ha con lei per episodi intercorsi durante la tortura di Ludovico.
“senti tu, “ dice la moglie del mio amico “anch’io ho trovato l’oroscopo di Ludovico. Vuoi sentirlo? Non è certo come quello che tu avevi sciorinato a Venezia e poi anche se fosse stato non vedo perché si doveva dedurre di eseguire un trattamento soft. Senti questo firmato da Almeida Olivus Marruton, oroscopista extra-trans argentino.”
“Extra-trans?”
“Sono quelli che hanno fatto due giri. Sono passati al sesso opposto in maniera radicale e poi in maniera altrettanto radicale sono tornati indietro.” Dicce Rocco Martino con indifferenza, come se non avesse fatto altro che trattare in vita sua di vicende simili.
“Dice l’oroscopo: I nati nel segno hanno moltissima fantasia e riescono ad essere realmente creativi in qualsiasi settore. Hanno abilità eccellenti d' intuizione ma d' altra parte non sono molto pratici. In effetti gli acquario sono sognatori e non sempre abbastanza determinati per realizzare la loro fantasie. Escluso Federico di Belluno e Katja di Moskow. cerca l'equilibrio nelle attivita' proprie e in tutte quelle in cui puo' in qualche modo intervenire. Tutte le sue azioni e le sue parole hanno l'obiettivo di mettere pace nel mondo circostante, ma in rari casi sono belligeranti e si trasformano in mostri assetati di sangue. Frequenza di serial-killer. Non a caso, le vengono riconosciute capacita' diplomatiche congenite e superlative. L'armonia che caratterizza il carattere le impedisce anche di avere pregiudizi nei confronti delle popolazioni asiatiche, compresi i mongoli di Gengis Khan e l’intera popolazione nipponica, che a giudicare dai fumetti che leggono paiono adoratori delle ninfette in percentuali imbarazzanti . In qualsiasi situazione, nuova o gia' nota, dara' il suo contributo in maniera disinteressata, puntuale, spassionata. Venere, pianeta dominante del segno, gli conferisce altresi' un fortissimo senso estetico ed ascetico, tipico del monachesimo benedettino. I maschi del segno cercano il fascino e l'armonia in se' stessa e negli altri, mentre le femmine in casi rari non si lavano i piedi. I suoi rituali di bellezza sono molto precisi e portano a una raffinatezza che pochi possono eguagliare. Molti uomini si curano le sopracciglia in maniera irritante e rivoltante. La diplomazia della segno viene spesso scambiata per scaltrezza, o addirittura per un modo sottile e subdolo per raggiungere i propri interessi. Ma essi non odiano l’usura.”
“Ancora l’usira? Ancora Ezra Pound?” Grida il mio amico, che mi sembrava avesse ingoiato di pasticche di ecstasy gialle a forma romboidale con una E stampata sopra. Ma sua moglie prosegue:
“E’ una coincidenza. Si tratta di una visione grossolana. La Bilancia ha un reale interesse per l'equita'. Se l'attivita' di intermediazione risulta favorevole per la stessa Bilancia, si tratta soltanto di un caso! Nei rapporti amorosi, a causa dell'influenza venusiana,dà grande importanza alla cura del corpo e spesso pretende di intervenire anche in quelle del partner anche occasionale. Non sono infrequenti pediluvi, semicupi, cataplasmi, senapismi. Sono attratti dalle persone che sanno valorizzare il proprio aspetto e, a sua volta, cerca di presentarsi sempre al meglio, con la cravatta. Essendo amante della bellezza, potrebbe avere la tendenza a tradire una relazione stabile, se nota l'interesse di qualcuno di, a sua volta, gradevole. Ma spesso si accoppia anche con qualche sozzona, qualche figa trash coi capelli rossi e ricrescita marroncino-biancastra, con i denti un po’ fuori posto e i sandolini sdruciti. Chi vuole che il rapporto con la Bilancia duri deve essere, specularmente, disposto a dedicare una fetta del proprio tempo a una valida cura del proprio aspetto, oppure no.”
“Ma va a cagare!” Grida l’infermiere “Se mi scopro che ho partecipato a tali atrocità mi tolgono il diploma.”
“Ma sta zitto” dice Scaramella “Nella sperimentazione in Congo del vaccino anti-polio che poi diffuse l’AIDS su questo pianeta, gli infermieri erano addetti ad aprire gli zimpanzè vivi e a togliergli i reni, che poi venivano frullati e producevano il vaccino.”
“Oh” dice Ennio Doris.
“Oh” dicono le donne.
“Oh” dice il resto della popolazione tutta.




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Thursday, October 25, 2007

kagliostro


Non appena ci avviamo per le strade di Bologna. Polverose, trafficate, con rari squarci di bellezza dati dal contrasto tra le vetrine e le architetture rotondeggianti dei portici nel contesto di percorsi, unici al mondo, che danno al pedone un curioso senso di protezione dagli scippi, ma che favoriscono in maniera assurda gli stupri.
L’infermiere in questo incedere dimostra i soliti sintomi astinenziali e grida al vento, come un cagnetto abbaiante, le solite frasi sconnesse prive del costrutto che solitamente si attribuisce all’umano comunicare. Si rivolge ai passanti in una curiosa maniera, come
“Proseguiamo!” “Se meritate la morte ditelo sinceramente!” “Volete forse essere scannati come iguanodonti?” “Multate immediatamente quell’uomo!” “legatelo ad un palo e procedete con gli iniziali approcci della tortura!”
Si rivolge anche ad una malcapitata vecchierella con questa po po di frase:
“Capisci che non posso fare finta di apprezzare e fare miei i testi delle canzoni di bruce Springsteeen? E se fosse solo una poetica di rimando, una assurda sequenza di citazioni da telefilm e dalla cultura di massa? Non è tutto forse un viaggio in quella che crediamo che sia la cultura americana? La terra promessa, la terra di confine, la voglia della tetta della mamma…”
La vecchietta si accontenta di tenersi la borsa bella stretta e capisce che non c’è nulla da temere dagli sguardi solidali e comprensivi delle mogli mia e del mio amico, ma una ragazza con la frangia tagliata in maniera troppo netta e i capelli lunghi buttati indietro in troppo lieve disordine si inserisce e grida:
“perché torturarci se il problema principale è che c'è stato un calo d'ascolto?? beh sicuramente "The Borne identity" l'avranno seguito 10 milioni di italiani giusto? cosa mi significa togliere un telefilm così? hanno fatto la stessa cosa per The OC e poi dopo qualche mese ce l'hanno sbattuto in seconda serata cosicché se volevi vedertelo dovevi restare sveglio fino all'1 di notte!!! e sono sicura che faranno lo stesso anche con le Gilmore... poi non arrestateci se ci scarichiamo le serie da Emule... non sono più i tempi di New York Police Department seconda serie, quando quello Crime scene Investigation Miami dai capelli rossi sparisce per motivi ignoti e fa la sua comparsa l’ineffabile detective Simone! Afancul!”
“ma cosa c’entra?” Si chiede ironicamente Igor Marini
“Orsù” chiarisce Rocco Martino a sorpresa “Non fare l’ingenuo. Tutto c’entra con tutto. Basta contare i passaggi. Se non ne basta uno fanne due, se no tre, quattro, fino a un massimo di sei. L’acqua che scende, dice Jane Austen, è sempre la stessa acqua. Le impurità si trovano e si identificano subito.”
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All’uscita dal seggio i due bamboccioni riprendono la gnola addirittura parlando fra di loro, ciò ci permette anche di operare una qualche distinzione tra i due: quello più scuro, con il neo frastagliato a forma di Islanda sulla guancia destra è sicuramente più fanatico. L’altro, appassionato di calcio a cinque, ha i capelli più chiari e ha un lieve tic che lo obbliga a scrollarsi di tanto in tanto le spalle e a muovere verso il basso un angolo della bocca, alternativamente il destro o il sinistro a seconda del tipo di stress emergente. Destra se di natura morale, sinistra se di natura estetica.
Dice quello moro:
“Ieri ho acceso la tv e ho sentito Veltroni (e Prodi) da Riotta: per poco non mi sentivo male. Ho scoperto infatti che i problemi dell’Italia sono il disarmo nucleare e la pace del mondo. Che la diminuzione dei ministri ci potrebbe essere, ma pure no e che l’attacco a Napolitano da parte di Storace è pari ad un attentato di Al Qaeda. Insomma Veltroni è addirittura peggio di quello che appare nei peggiori incubi. Giusto ieri riflettevo come la sinistra italiana, essendo ferma all’anno 0, o all’anno 3, reale data di nascita del Nazareno, debba parlare sempre di temi ideali e mai di cose concrete. Difficilmente Veltroni potrà invertire la tendenza se non addirittura peggiorarla.Poi pensandoci bene mi son detto che il “buono” della giornata non poteva essere calcolato su cosa avrebbe detto Veltroni, bensì sull’insieme delle conseguenze che la nascita del Partito Democratico porterà intrinsecamente con sé.”
Quello più biondo scuote la testa non del tutto convinto, cerca di emendare lievemente le argomentazioni dell’amico: “ è vero che ieri c’è stata una prova di forza della vecchia struttura del PCI. Però è stata usata in maniera differente dal passato. Meno manifestazioni, più partecipazione attiva e più democrazia. Più democrazia ossia meno armi e meno terrorismo ideologico.”
Quello più scuro ora appare un po’ spazientito.
“Res ipsa loquitur” Dice a sorpresa, provocando anche uno scambio di sguardi sbigottiti tra le due mogli “Le cose parlano da sé. Noi a destra non ci si è mai “aggregati” in maniera “passiva” cioè tramite manifestazioni o rivendicazioni banali di appartenenza perché l’elettore di centrodestra è molto più portato a cose concrete e ci tiene molto di più alla propria individualità e a non finire come una pecora o un cammellino o altri animali considerati commestibili e poco furbi. Quindi se il PD sposta la politica su lidi dove la partecipazione è “attiva” (partecipo cambiando qualcosa) per il centrodestra non è che un bene. Più il PD spinge in questa direzione, i berluscones possono seguirlo tranquillamente e superarlo nettamente con manovra interna e sgommamento.”.
Il biondino ora cerca consensi con sguardi rivolti agli altri astanti. E’ costretto a sbracciarsi e ad alterare il tono della voce. Dice:
“il Partito Democratico aumenta la pressione sui partiti costringendo anche altri a fondersi. Più semplificazione dei partiti, meno chiacchiere vacue sui contenitori, più chiacchiere utili sui contenuti. Quindi il Partito Democratico fa virtualmente fuori D’Alema, Prodi, Fassino e Rutelli.. dimmi tu se non è un vantaggio per noi figliolini di Galliani.”
Il bamboccione moro ora sta perdendo la testa. Pare a pezzi.
“Non puoi dirmi queste cose. Tu eri un mio fratello. Guardami, sono aumentato venti chili negli ultimi tre mesi. Devi capire che dentro al Partito Democratico ora entrano le persone più disparate che per il “Potere” dovranno imparare a convivere. La conseguenza è un logico abbassamento dello scontro ideologico e quindi maggiore moderazione in tutte le affermazioni. Meno ideologia, più pragmatismo. Per il cdx è manna dal cielo avere finalmente una controparte politica moderata con cui dialogare isolando gli estremisti (sia di sinistra che di destra). Poi resta il fatto che Veltroni le spara grosse e da quel che ho sentito ieri sera l’ipotesi che si stacchi dalla “cosa rossa” è più un’utopia che un sogno, però alcuni vantaggi del PD ci sono ed il centrodestra, che già ha intrapreso un sano cammino “aggregante” sulla via delle fondazioni e dei circoli, non può che constatare come i vantaggi ci siano e siano rilevanti.”
Il bamboccione biondo si intenerisce e accorre ad abbracciare il suo amico.
“Siamo pari.” Dice commosso “ora siamo tranquilli. Pensiamo alla difesa di quello sventurato, non scordiamoci che pende ancora un interrogatorio.”
Si abbracciano, piangono, si danno pacche sulle spalle. Il ladro di eroina sorride. Le due mogli scuotono la testa, desolate.
Il mio amico si fa il segno della croce e grida, citando Chavez-Bush “El diablo!”
Pusher è fuori di sé, ma riprende la calma e dice rivolto a me:
“Il centrodestra, invece di baloccarsi solo con le manifestazioni, deve iniziare a prendere in seria considerazione quello che è avvenuto oggi. D’accordo che non c’era storia fra Veltroni e gli altri, ma forse nel centrodestra non è la stessa cosa per Berlusconi? Si potrebbe poi liquidare la faccenda delle primarie dell’Unione parlando di un enorme gruppo di coglioni, diciamo elettori inesperti, elementi facili da buggerare, che sono andati a votare un candidato truccato “fixed”, ma la verità è nella risposta alla seguente domanda: e se fossero state le primarie del centro-destra con Silvius vincente non avrei forse fatto la stessa cosa? quella risposta è boh! Ora comunque, cari signori, andiamo dove dico io e procediamo all’interrogatorio!”





GAVIGNANA


Gli unici che osano guardarci da una certa distanza di sicurezza sono i giovinastri con le ruote sotto le piante dei piedi: Skate-boards, pattini-stivaletto, rollerblades. Essendo predisposti alla fuga, non vogliono perdersi questi sbarchi di task-force. Anche se deve essere un po’ deludente veder la nostra truppa snocciolarsi per i fraticelli dei giardini.
Procediamo alla spicciolata diretti alla sede elettorale Bastia, dove voteremo tutti a cura del magico Ennio Doris. Volano frasi incrociate, commenti presi dalla cronaca e dalla politica, borbottii privi senso finalizzati ad arieggiare la cavità orale.
“hanno condannato la Franzoni a 15 anni.” Dice mia moglie “Se invece confessava subito le avrebbero dato una condanna simbolica e l’obbligo a curarsi. Ora avrebbe finito.”
“Ma giunta a questo punto potrebbe confessare?” Chiede il mio amico.
“Chissà.” Dico io “Dopo aver tenuto il sistema giudiziario in scacco per tutti questi anni. Suonerebbe come una presa in giro insopportabile. Non credo cambierebbe la condanna. Poi ha fatto un altro figlio riparatore. Un figlio sapendo di aver ucciso il predecessore perché non era riuscito tanto bene. Ora son cazzi. La gabbia mi sa che non riesca più ad evitarla. Si lamenta che non ha il diritto di sapere chi avrebbe ucciso il figlio, ma anche questa frase fa parte del pensiero magico. Non potrebbe accontentarsi che venga provato che qualcuno, uno qualsiasi, sia entrato in casa sua al momento dell’omicidio? Il fatto che questo qualcuno sarebbe entrato improvvisamente in una casa sconosciuta, in dieci minuti avrebbe severamente ucciso un bambino sconosciuto e se ne sarebbe andato per sempre senza lasciare tracce.”
“Purtroppo è un delitto relativamente frequente.” Dice Igor marini in piena fase di iper-perfusione encefalica. “Come quella del maschio che fa strage di tutta la famiglia e poi conclude la faccenda rivolgendo le bocche di fuoco verso di sé.”
Il mio amico è preoccupato per le elezioni. Dice:
“A parte il voto per Veltroni, sono preoccupato per l’altra scheda, non so se è provinciale o regionale, vede lo scontro tra un certo Caronna e un certo La Forgia.”
“sono due politici dell’area dei Democratici di Sinistra. Solite beghe politiche di andirivieni tra le varie formazioni.” Dice l’infermiere.
“mi spaventa il nome. Sembra quello di un condottiero toscano del ‘400. Quelli che passavano a fil di spada i nemici.” Prosegue il mio amico e sua moglie lo canzona con tono aulico:
“Nel 1530 a Gavinana, sui monti appenninici vicino a Pistoia, avvenne lo scontro fra le truppe di Francesco Ferruzzi della Repubblica di Firenze e quelle di Fabrizio Maramaldo lurido servo dei sudici invasori Spagnoli, Ferruzzi, gravemente ferito, fu condotto al cospetto del pessimo Maramaldo e prima che questi l'uccidesse con una pugnalata, riuscì a gridargli in faccia le suddette parole. “vile, tu uccidi un uomo morto” che l'accusavano di vigliaccheria, perchè infieriva su un uomo sanguinante incapace di difendersi. In riferimento a quell'episodio, oggi si adopera il verbo maramaldeggiare per ammonire chi approfitta dei più deboli. Nella stessa battaglia Brunetto Brunori rimase infilzato da una lancia da parte a parte e non si sa come ma si salvò la pelle. In seguito a questo la famiglia fece costruire un gruppo di statue lignee piuttosto inquietanti perché si vede proprio questo tizio bello tranquillo che se ne sta in piedi trapassato come un tordo allo spiedo e insieme a lui la sua simpatica famigliola. Una ventina di anni dopo toccò a Giovanni De Medici detto “dalle bande nere” perire in quanto colpito da un falconetto, un cannoncino regalato ai lanzichenecchi dal Duca di Ferrara. La cosa provocò un certo sconcerto in quanto il giovane nobile fu colpito da un’arma da fuoco, e alcune comissioni ne sconsigliarono l’uso in caso di guerre e di scaramucce. Nella battaglia napoleonica di Lipsia, detta battaglia delle nazioni, nel 1813, i soldati impiegavano ancora mezzo minuto per ricaricare il fucile tra un colpo e l’altro e non potevano verificare la precisione del proprio colpo in quanto venivano avvolti da una nube di fumo. Un casino inimmaginabile.”
“La battaglia di Gavinana è del 3 agosto 1530” Borbotta Scaramella mentre si ferma e si massaggia i polpacci gonfi e violacei per via di una brutta flebite. Mario è tabagista, respira male, non si sa se arriverà vivo al seggio elettorale. Spesso si ferma nei bar a bere dei bicchierini, dopo di che sembra che si riprenda un pochetto, allunga un poco il passo e prosegue tossicchiando.
“Ma avete ingoiato un volume dellEnciclopedia britannica?” Chiede l’infermiere.
“No, la Treccani è più commestibile. La carta viene dalle foreste dell’Abruzzo, c’è meno cellulosa e più proteine.” Dice quella furba sgualdrina di mia moglie.

Thursday, October 18, 2007

bertrand


Lo stesso gruppo dell’andata si ritrova sull’elicottero. Sono cambiati i piloti: due trentenni col capello corto e pettinato, inevitabile segno di riconoscimento di forze dell’ordine, polizia e militari convinti. Le due ragazze che pilotavano all’andata si sono cambiate e indossano entrambe un tailleur azzurro che sa abbastanza di hostess. Se ne stanno incantucciate piuttosto umili e depresse. C’è anche il ladro di eroina coi suoi difensori bamboccioni, i più scontenti della compagnia in quanto ancora offesi dal Ministro Padoa-Schioppa per via per l’appunto della ormai celebre definizione che li connota. Il loro protetto si balocca persino a scherzare sull’altra celebre espressione denigratoria “bamboccianti” ispirata al pittore caravaggesco olandese Pieter Van Laer, detto il Bamboccio e dice con estrema enfasi:
“Il movimento ispirato alle vostre persone è la rappresentazione stupendamente realistica e scenografica, senza intenti moralistici o simbolici, di momenti e situazioni della vita quotidiana entro un interno familiare contadino o borghese di comune semplicità della vita quotidiana, o all'esterno per raffigurare fiere popolari, feste campestri, mendicanti, monelli, streghe, puttanelle, storpi, esponenti di minoranze religiose, eccetera. Sono detti scene o pittura di genere gli interni di bettole con bevitori suonatori o giocatori di carte, le bambocciate, le nature morte e le scene di cucina con utensili, carni, pesce e verdure, carni o pecore scuoiate, teste di bue e mazzetti di pinzimonio con peperone crudo, come i cosiddetti bodegones resi celebri da Velazquez nella pittura spagnola del Seicento. La pittura di genere è stata a lungo considerata una forma d'arte minore rispetto ai generi nobili della pittura sacra, della pittura di storia o dei ritratti (come se ci fossero sempre dei bei soggetti, vedi per esempio Goya, che aveva già il gusto del brutto e del grottesco) e l'espressione "scena di genere" fa la sua apparizione nel linguaggio della critica nel corso dell'Ottocento, ma la pittura di genere nasce e si sviluppa nell'arte italiana ed europea a partire dal XVII e XVIII secolo, ad opera soprattutto del naturalismo dei caravaggeschi e dei bamboccianti e conosce una singolare fortuna nell'arte fiamminga e olandese.”
“Bella notizia” dice mia moglie “Noi invece siamo state in giro. Ci siamo accorte che i veneziani hanno tutti un passo imperioso. Scesi dal vaporetto vanno tutti a busso. E dire che non hanno calzature particolarmente comode. Rare le scarpe da ginnastica, prevale il cuoio e lo stivaletto.”
“Avete fatto acquisti?” Chiede il mio amico.
“No, non abbiamo preso niente.” Risponde la moglie del mio amico “abbiamo un po’ fatto le civettuole. Siamo state seguite da diverso giovanotti veneziani. E voi?”
“Noi no. Siamo andati a vedere una mostra di soldatini. Riproduzioni degli scenari della Linea Gotica. C’era anche il soldatino di Churcill che osservava il campo di battaglia dall’alto. E’ un fatto storico. Veramente si recò al fronte.” Risponde il mio amico con una prontezza incredibile e con la sua fervida fantasia.
“Io avevo sentito dire” dice sua moglie “che eravate da qualche altra parte. Un casino veneziano, tra i migliori del mondo.”
“Sì, un bordello fuori misura, con delle praticanti intelligenti e ispirate. Estetismo quasi dannunziano, tendaggi e ornati decadenti e sublimi.” Declama mia moglie. E la sua amichetta prosegue:
“Oh, ma noi siamo persone moderne. Non pratichiamo lo stalking.”
“Stalking?” Chiede perplesso Igor marini. Nessuno pare sapere cosa sia, ma fa piacere che in una compagnia ci sia quello che si sacrifica nella parte dell’ignorante.
“E’ il delitto passionale.” Dice mia moglie. “considerato ormai una forma coattiva di comportamento umano, che ha le proprie radici nella formazione della personalità, nell’infanzia e nell’adololescenza e si nutre chiaramente di carenze affettive. E’ ormai considerato come il craving, impulso all’assunzione di droga, che i nostri amici conoscono bene, e all’impulso del gioco d’azzardo o alla cleptomania, alla piromania.”
“Ah ecco, esatto” oso dire “in estate quando c’è la solita sequenza di incendi in tutta l’Italia i telecronisti parlano sempre in maniera o oscura e terribilmente spregiativa dei piromani, che però anche se vengono catturati difficilmente finiscono sulle trasmissioni di approfondimento televisivo. Quindi rimane una categoria oscura e misteriosa, quasi più vituperata dei serial liller, che prima o poi in un modo o nell’altro prendono la parola.”
“Io conosco uno di questi fottuti personaggi preda di impulsi.” Sbava Pusher dietro i suoi occhialini neri e i suoi labbroni rossi che sembrano voler schizzar sangue da un momento all’altro. E non è detto che poi riescano a farla franca.”
Il suo odio nei confronti del ladro di oppiacei ora si esprime in una forma convulsiva quasi irrefrenabile con movimenti a martello di entrambe le braccia e pestocchiamento dei piedi a 6000 b/sec.
Ma sotto all’incessante frastuono delle pale dell’elicottero si sviluppano altri discorsi. Uno dei due bamboccioni è stato a vedere il Kaos San Lazzaro, per fare un immotivato piacere all’infermiere. Ne parla con le lacrime agli occhi:
“Doveva essere la giornata della rinascita e invece no, è arrivata, per il Kaos Bolognasi consuma la terza sconfitta di questo avvio di stagione non certo felice, anzi molto triste ed ingiusto, segno che il calcetto sa essere anche più ingiusto del calcio. Segno che la palla è rotonda e che Baggio non era un leader. Questa volta i neri hanno perso a Dese di Venezia per quattro a tre. Oh disdetta!Con una squadra che aveva un solo punto in classifica come i bolognesi e tanti problemi da risolvere sia in attacco che in difesa. .Evidentemente problemi che abbiamo anche noi, ma in misura minore e speriamo di risolvere. Mi accingo a raccontare per capire. Oh deh!Sono passati 2,30” e il Dese va già in gol con Dedè che riceve un passaggio dalla sinistra in diagonale molto preciso che attraversa tutta l’area bolognese senza ostacoli; passano altri due minuti e mezzo e Renato salta due avversari a limite dell’area di rigore e fa secco il povero portiere Giannattasio.Al 12’ una sfortunata autorete di Gomes porta il Dese sul 3 – 0 e la situazione si complica sempre più. Finalmente c’è un certo risveglio dei bolognesi e arriva al 19’ il rigore siglato da Rossa dopo un palo colpito in maniera clamorosa. La ripresa è tutta un’altra partita per il Kaos e al 24’ e 25’ arriva l’uno due di Tarnawski, molto simile a McRooney, che pareggia le sorti dell’incontro che adesso è proprio tutto nelle mani Kaos che con azioni su azioni, pali, salvataggi sulla linea di porta con il pallone che non vuole entrare, si catapulta verso la porta avversaria. Quando al 32’, inaspettato e regalato, arriva il 4 – 3 di Salomao che non si riesce più a recuperare fino alla fine.Chi ha visto la partita, specie nel secondo tempo, dopo la durissima, quasi crudele strigliata di Andrejjic negli spogliatoi, ha visto un Kaos fare gioco, azioni , avere occasioni, eseguire folate pazzesche verso la porta avversaria, ma forse non con quella cattiveria che occorre in questo campionato di A2 che anno dopo anno si va facendo sempre più impegnativo, quasi pazzesco.Dopo l’incontro casalingo con il Cagliari, il primo tempo con la Sangiorgese, la partita con l’Aosta e questa a Dese il Kaos ne esce con le ossa rotte ma con la consapevolezza di aver giocato moltobene per ampi tratti. Basterà il lavoro a superare anche quella certa sfortuna che affligge le neo promosse? Sabato prossimo al Palasavena arriva il Torino e non ci sarà il valoroso capitano Vignoli espulso per doppia ammonizione.”
“Ci andiamo tutti?” chiede la moglie del mio amico.
“Andiamo e tifiamo in maniera estrema. Ce la faremo.”
Ci abbracciamo tutti, intorno all’infermiere, che è il tifoso più sfegatato. Anche Ciaramella, anche Igor Marini. Più avulso Rocco Martino.
Ma presto l’argomento base diventa la politica, non a caso ci stiamo recando a votare. Uno dei bamboccioni è un appassionato militante di Forza italia. Dice:
“Voglio dire che una roba del genere non avviene nemmeno nei paesi del terzo mondo, ma siamo sicuri che il domani ci riserverà ancora nuove sorprese, dal cilindro usciranno lepri, conigli, pterodattili in pieno stile burlesque. A meno che l’elezione di Veltroni non metta fine alla legislatura più fantasmagorica del secolo. In un certo senso favolosa, ma non certo scoppiettante se si pensa al volto mesto da cagnone imperscrutabile del povero Elzeviro Holzeenbein Prodi. Fantasmagorica perché a fronte di tasse impossibili, ogni giorno ci regala gioie paragonabili quasi alla vittoria di uno scudetto o di gioie dell’umanità quali l’ammaraggio sulla luna o la scomparsa del vaiolo.”
“Non è male questa affermazione” cerco di commentare io pur sovrastato dal casino del velivolo “Perché anch’io credevo che il governo Berlusconi fosse il peggiore di tutti i tempi, e lo pensavo con ostinata innocenza. Peggio di Mussolini, che aveva dovuto affrontare il trapasso mondiale degli anni ’30, ma peggio anche di qualsiasi monarchia Borbonica in Francia o nel regno delle due Sicilie, in considerazione ovvio del maggiore tasso di povertà e dell’arretratezza tecnologica. Unico governo moderno ad essersi fatto su misure leggi autoconservative del proprio gruppo di potere, non piuttosto dell’elettorato di riferimento, che per forza è un’altra cosa.”
“Per Forza Italia è un’altra cosa!” Dice Ennio Doris suscitando una clamorosa e inarrestabile ilarità
Ma l’altro bamboccione prosegue piuttosto trionfante:
Perché lo vogliate o no, i creazionisti, i crudeli nemici Sir Charles Darwin, il primate fatto uomo, hanno ragione: dietro tutto quanto c’è un logos, una ragione, un equilibrio che quando può si manifesta in maniera addirittura “ironica” (come in questo caso). E dopo 5 anni della peggior opposizione mai vista, l’Unione in appena 12 mesi si è trovata a dover rispondere alle minchiate dette. Una vera montagna di deiezioni canine con timbro posta prioritaria che torna al mittente: dalla base di Aviano alle discariche, dai SERT, dalla TAV alle tasse, da Santoro alle banche, alla pasta, al prezzo del pane, al listino autobus, alle mafie emergenti nella loro lotta contro i cani sciolti del pizzo, alla cabbala, alla pessima faccenda del nucleare iraniano, al destinazionismo dei kaotiani e delle loro richieste di rimborso e così via, via, via all’osteria. Quello che è più divertente è il conto salatissimo che sta arrivando anche a quei furbetti del Corrierino dei piccoli.”
“ma questo dove le ha imparate queste cose?” chiede la moglie del mio amico.
“studiano molto la sera, poi si convincono a vicenda. Ne conosco uno pure io, si chiama Gianni. Tecniche identiche al partito comunista anni cinquanta. Si rintanavano nelle loro sezioni e si imbibiscono tramite trinariciutismo, un difetto anatomico che permette di instillare contenuti nell’encefalo. Era un metodo anteriore a quello attualmente in voga delle porticine di ingresso sotto-cute e dei microchip, ma si impara molto. Specie teoria marxista-leninista e azzurriamo berlusconiano.”
Ma ora tocca a parlare al primo bambocciate:
“Ehhhhh, erano stati davvero bravi quelli dell’Unità e dell’Unione a dire che Berlusconi, e quando si dice Berlusconi si intende sia lui che suo fratello, aveva cacciato De Bortoli in favore di Mieli al Corriere per mettere il silenziatore all’informazione libera. Vi ricordate che dicevano? Che la democrazia era in pericolo (insieme al clima, alla pace, alla salute, allo sport, alla skyline di Manhattan, alla stabilità economica dello Zimbawe a Solidarnosc… roba da stretta sui coglioni peri-scrotale vita natural durante). Poi andò come andò ed il Corriere non solo non tifò per Berlusconi, ma ci fu il famoso endorsement scandalo.”
“endorsement?” i chiede la moglie del mio amico
“Oh non preoccuparti” suggerisce il mio amico “questi bocconiani smidollati, avvocati delle cause perse amano questa terminologia iniziatica… sarebbe la modalità di diffusione di un messaggio pubblicitario che prevede l'intervento di testimonial chiamati a ... “
“AAAAHHHHH”
Nel casino più totale si erge l’urlo di una delle due elicotteriste licenziate.
“ma potete dire a quei piloti di volare più alto? Abbiamo appena depilato un tetto di tutte le sue antenne! Ma non siete mai precipitati in elicottero?”
“Perché tu si?” Azzarda l’infermiere.
In effetti si vede tutto : i cortili con i cani dentro che abbaiano impazziti, alcune scenette all’interno delle finestre con madri che sorvegliano bambini che fanno i compiti, badanti ucraine che assistono vecchiette indomabili, indefesse stiratrici dinanzi a montagne di biancheria, ladruncoli che saltellano da un appartamento all’altro. Molti di noi sono incantati a guardare fuori un’immagine realistica della società, altri badano alle chiacchiere più vacue.
“hanno liberato bertrand cantat, quello dei Noir Desire, che ha ucciso marie Trintignant.” Dice il prigioniero ladro di caramelle e di droga pesante, forse cercando di introdurre un discorso a lui favorevole.
“Sì,” dice mia moglie “ha fatto solo quattro anni di carcere. “Un po’ poco per aver ucciso a calci e pugni una donna che non arrivava a cinquanta chili.”
“Oh, penso che gli abbiano dato la buona condotta.” Mormora una delle guardie del corpo.
“La detenzione è stata breve.” Dice il mio amico “ma la legge rispettata. Bisogna considerare tutto. Il carcere è una polveriera che produce violenza. Il fatto che le pene siano più miti può darsi che alla fine sia un vantaggio per la collettività.2
“Sì, ma i crimini sono in aumento e la gente ha paura!” Borbotta provocatoriamente il processando.
“La gente ha paura., le donnelle borghesi del centro detentrici di appartamenti in affitto a studenti hanno paura a girare. Ma questo è un fatto soggettivo. Il fatto che gli omicidi sono in calo. Gli stupri non si sa bene perché un tempo non venivano denunciati e quello che è stupro adesso non lo era trent’anni fa.” Dice mia moglie e quando parla così un po’ mi inorgoglisco.
“Ma la tv è piena di omicidi!” continua il ladro, anche se in molti dubitano che sia convinto.
“E’ una questione di cassa di risonanza mediatica, fanno molto effetto ma sono di meno. Poi la gente non si sa bene se si identifichi tanto con le vittime che con i carnefici. Più facile la seconda ipositi, ognuno ha paura che dentro di sé si scateni la bestia, come è successo a me in Africa. Sia a me che ad Arthur Rimbaud. “ dice giustamente Rocco Martino e questo stimola anche il suo amico, che fino ad un attimo prima gli stava aggrappato alle spalle.
“ma cantat è uno pseudonimo o si chiamava così fin da piccolo e quindi sarebbe un caso di omen-nomen?” Chiede Igor marini che sembra svegliatosi da un torpore assoluto. Questa domanda non ha risposta. Ci accingiamo ad atterrare nei prati dei Giardini Margherita. Fuggono tutti: bambini, mamme con la carrozzina, badanti moldave, fotografi dilettanti e professionisti e nugoli di lavoratori senegalesi. Fuggono persino i Vigili Urbani, che torneranno più tardi armati dei loro taccuini.

Tuesday, October 16, 2007

MARIE TRINTIGNANT


Già l’infermiere dove si trova. Nell’angolo a lui asegnato. Avvoltolato tra le spire della sua spilungona Uma Thurman, entrambi inerti, ebbri d’amore, così sembra.
“ci sono voci nel bagno. Si sentono donne dolenti che parlano, soffrono, raccontano vicende scabrose.” Sussurro.
La ragazza nordica è la prima a muovere lentamente qualche arto, come una mantide religiosa si scosta dal cadavere del maschio sacrificato. Dice:
“Ma voi ascoltate le voci… credete che le cosa siano come sembrano… ma tutto dipende da cosa la gente crede. Le valutazioni borsistiche sono la traduzione numerica di ciò che la gente crede che sia, non di quello che è.”
“Ti prego abbracciami. Non conversare con costoro. Sono miei amici, ma ciurlano nel manico.” Implora l’infermiere. “Ho bisogno di affetto. Accoglimi tra le tue braccia. Offrimi il tuo sesso da tenere in mano come un cucciolo di gatto appena frullato in lavatrice! Miracolosamente sopravissuto!”
“Decisamente il sesso gli fa bene, gli rinforza la vena poetica.” Dice il mio amico.
Ma è la ragazzona a tenere il pallino:
“Se in una nazione prevalesse per esempio l’inflazione e la gente invece credesse che a prevalere sia la deflazione, cosa credete succederebbe?”
“Sicuramente aumenterebbero gli omicide inter-famigliari.” Dico io “E i suicidi, e ogni atto violento. Verrebbero mangiati gli animali domestici!”
“Sciocco!” Mi dice lei “Qui ogni ragazza ha la sua storia e il suo segreto, ma a pensarci bene ognuna racconta sempre la stessa storia, quella della propria integrità assaltata ma mai violata. Invece è il contrario, qui tutte hanno abdicato. C’è quella che non ha nemmeno fatto le elementari e si finge colta, quella che si è fatta toccare dal nonno in cantina in cambio di un Ciocorì e vent’anni dopo sente la compulsione di raccontarlo al marito, ma per poterlo fare deve inscenare un contesto di grave depressione e di taglio delle vene. Così va la vita.”
“cosa succede?” Chiede la Maitress comparsa da chissà dove, che ora indossa una specie di pesante cappotto napoleonico molto spaccato anteriormente, in modo che spuntino le gambe bianche, piuttosto magre ma estremamente toniche.
“Oh” dice la ragazza marocchina, anch’essa materializzatasi “I ragazzi qui hanno sentito delle voci nel bagno, come degli aliti di vento. Qualche lamento di anime morte ancora vaganti sulla crosta terrestre. E Silvia ha raccontato loro la triste storia di “la morte non sa leggere” di Ruth Rendell, quello di tutte queste Sherazad al contrario, che sono tante e non una e che raccontano sempre la stessa storia, cambiando al massimo i nomi, le città, i tempi, ma conservando la struttura essenziale. ”
“oh, ma allora ti chiami Silvia e non Strenna come mi avevi detto.” Si lamenta l’infermiere “Io allora ho gridato il tuo nome invano! E’ stato tutto inutile! Una fantasia gettata alle ortiche! Se quello non era il tuo nome allora tu non eri tu! E’ la rovina! E’ la fine



“Fate stare zitto questo cretino, io vi risponderò solo sulle narrazioni udite in circostanze non ripetibili. Non credo abbiate alcuna prova e nemmeno nessuna registrazione.” dice la mistress “Mi spiace veramente per questa incomprensione Evidentemente si tratta di invertire un racconto con la relativa chiosa - se la chiosa diventa testo originario togliere qualcosa vorrebbe dire invertire il flusso del tempo e l'ordine delle cose con effetti devastanti sulla stabilità del mondo - scusa ma devo togliervi dai preferiti”
“E questo per noi è un dolore estremo.” Dice il mio amico “come puoi infliggercelo?”
“Oh ma secondo te la terra gira da ovest verso est o da est verso ovest?” Chiede lei gettandoci nel panico.
Ci salva l’irruzione delle guardie del corpo di Ennio Doris, all’inizio poco riconoscibili a causa del costume da NOCS che indossano. Sono armati fino ai denti e parlano tenendo una tipica posizione di “tre quarti”, pronti a mosse di attacco e di difesa. Inoltre si muovono in perfetta sincronia restando costantemente schiena a schiena.
“bisogna che ognuno ritorni al proprio Collegio elettorale. Ci sono le primarie del Partito democratico.” Dice uno dei due.
“accidenti” dice l’infermiere “devono aver sniffato roba buona.”
“Ennio vi implora di salire sull’elicottero. Vuole rispettare il vostro sentimento di elettori di sinistra.” Dice quell’altro.
“In effetti non mi dispiace votare. Vorrei più che altro incoraggiare i ragazzi.”
“Che ragazzi?” Chiede il mio amico.
“i ragazzi. Qualche giovane che fa politica in maniera volontaristica, per passione, senza subdole finalità”
“ma che ne è dell’antipolitica straripante, dei vaffanculo di Beppe Grillo?” chiede coraggiosamente in quanto extracomunitaria la ragazza marocchina.
“Tu dovresti telefonare a Rula Jebreal, la giornalista palestinese, avete un’intelligenza molto simile, dovreste discutere insieme e commentare liberamente gli avvenimenti di cronaca, ne trarreste reciproco beneficio.” Mi pregio di dire “E per quello che riguarda l’antipolitica, ritengo che sia la stessa cosa rifritta. Ossia speranza che la politica italiana esca dalle secche delle varie caste e decolli su modelli un pochino più nord-europei. Ma forse questo avverrà quando sarà troppo tardi, quando la decadenza sarà ormai irreversibile e gli italiani si saranno ormai svelati come un popolo di mollaccioni.”
Il mio amico si chiede:
“ma perché Ennio vuole farci votare? Non è un simpatizzante di Forza Italia? Che motivi avrà?”
“bah” Rispondo “E’ un tuo amico. Non sempre gli avvenimenti sono lineari. Forse vuole apparire corretto, forse lo è totalmente. E’ uno che mangia a pane e risvolti etici. Forse ha tenuto conto del parere di Pusher o di Scaramella. Chissà. Proseguiamo. Vediamo che accade.”
Salutiamo in fretta tutte le ragazze. Il mio amico si raccomanda anche per quelle fantomatiche che erano dall’altra parte del bagno. Paghiamo con carte di credito. Mi viene scontata la seconda parte della psicoterapia col maggiordomo-eunuco, in quanto non usufruita. Le cifre vengono addizionate del cinque per cento a causa di una fantomatica tassa locale che viene attribuita al malgoverno del “cacciatore di angeli” Sindaco Massimo Cacciari. Tutti evitano di polemizzare su questa questione la Mistress saluta baciando sulle guance solo il mio amico. Gli altri ci snobba.
E via. Si riparte, mentre gli ultimi spruzzi di sole rossiccio si mischiano alle acque torbide della laguna.

Saturday, October 13, 2007

IN DOCCIA

Ha un registratore in mano.

……………………………
Istintivamente cerco di toglierglielo ma lui si ritrae. Dice:
“In questo nastro ci sono parole che andranno nella nostra grande enciclopedia. La nostra enciclopedia non è fatta di capitoli intesi come sequenza di teorie scientifiche o di osservazioni scientifiche. Ma voci. Voci registrate dal mondo, voci provenienti dall’anima, voci pronunciate durante l’amore o il dolore. Spero veramente di non aver offeso - quello che voglio sostenere è che la rete permette di restituire questa metafora del mondo dove tutto è collegato e molto è intercambiabile e riutilizzabile - ti prego prendila bene pensa che le tue parole così non moriranno mai e di conseguenza nemmeno tu (ora anche questa mia risposta viene registrata ed inserita in un contesto narrativo più ampio, magari domani se vuoi guarda il cielo) tutto si trasforma nulla si distrugge prima legge termodinamica lavoisier ciao buon fine settimana.”
“Aspetta. Mi devi qualcosa. Primo. Io non so che cosa ho detto. Sentivo solo questi due suonati che parlavano il Alessandro il Macedone, di Che Guevara, di Vargas Llosa, io non so che cosa ho detto, non mi ricordo fammi risenti re la mia voce.”
“C’era un mio amico” dice lui “ che parlava con tanta mimica. Non solo gesticolava per esprimere i concetti “vicino” “lontano” “grande” “piccolo” ma con le mani faceva piccoli disegni nell’aria per esempio se diceva casa faceva segno di un quadrato, se diceva vela di un triangolo, se diceva mondo di un cerchio. Questo ci pone il problema delle diverse dimensioni del linguaggio. Quello che tu stavi facendo, il coitum con questa brava ragazza proveniente dal Grande erg Occidentale, rappresenta la tua parte non verbale, ma purtroppo essa andrà dissolta, perduta come un gregge di ovini giù per una scarpata dell’Anatolia. Ora senti la tua voce:”
Si sente una voce gracchiante uscire dal registratore. Sembra un individuo sepolto in qualche fossa degli inferi:
”Caro Miguel, sono venuto a conoscenza del fatto che a Hollywood girano figa, alcool e ispanici.Da anni tento di diventare un ispanico e ho già realizzato due demo. Inoltre, faccio parte di un gruppo molto affiatato e desideroso di sfondare nel mondo degli ispanici.Sono pronto ad abbandonare l'università domani stesso se, come mi auguro, risponderai positivamente alla mia richiesta di ottenere qualche aiuto per avere finalmente organi interni ispanici e genitali mulatti.”
“Ma non è possibile che io abbia detto queste cose mentre sfottevo. Credo che sia un errore.”
“Ma anche se è un errore va bene lo stesso. Tutto verrà omologato, archiviato alla perfezione.”
“Sono incredulo. Ma dove tenete tutta questa roba? Su di un monte? Sul monte Ararat?”
“Vedo” Dice lui grattandosi la testa “che hai intuito e intelligenza. Teniamo tutto in Abruzzo, in una base nella Maiella, recintata con filo spinato elettrificato guardie giorno e notte sulle torrette e cani pastori maremmani di guardia. A dire il vero sono pastori, stanno più attenti che la gente non esca piuttosto che a quelli che entrano. Ma non abbiamo mai avuto problemi. Se volete venire, tu e i tuoi amici, siete benvenuti.”
“Ora siamo un gruppo molto esteso, ci sono alcune ex spie del SISMI, un Direttore di un gigantesco gruppo bancario legato a Berlusconi, abbiamo addirittura un prigioniero appresso”
“ma potete venire tutti… quando sarete all’interno ovviamente sarete sorvegliati. Non ci saranno problemi.” Dice lui sorridente.
“Oh verremo” rispondo “ però credevo di conoscervi meglio “mi domando anche quale sia la vostra religione.”
Lui su concentra e prende in mano il mozzicone. Dopo averlo guardato con estrema attenzione mi risponde soppesando le parole con precisione e lentezza:
“Il matrimonio romanès oggi si svolge seguendo i canoni della cultura maggioritaria, in chiesa, seguendo il rito cattolico a cui i Rom sono allineati più per convenzione che per sincera devozione, essendo la loro religione soprattutto esistenziale. Il matrimonio fra i Rom abruzzesi e una grandissima festa, quasi sempre gli sposi vengono accompagnati da una scintillante carrozza trainata da più pariglie di cavalli. La festa nuziale, tra lauti banchetti e abbondanti libagioni, costituisce un momento particolare di incontro fra gruppi familiari diversi ed occasione ghiotta per sviluppare nuove relazioni sentimentali.”
Poco dopo il maggiordomo-analista-eunuco mi accompagna a fare la doccia. Intanto mi convinco che forse è meglio che continui a far riferimento a lui per tutti gli sconvolgimenti che si stanno addensando dentro il mio duodeno. Mi vien da piangere a pensare a quella volta che mi umiliarono alcuni eleementi di una sedicente squadra di volontari di ordine pubblico. Mi perquisirono tutto eccetto le cavità, ma non mancarono di alludere al fatto che potevo aver nascosto qualcosa anche all’interno degli intestini. Ma mi commuovo anche a pensare a quel postino che passò tre volte a casa mia per recapitarmi una raccomandata, che poi era una multa, ma risparmiandomi di far la fila il giorno dopo alla posta.
Attraversiamo un bel corridoio con finestroni che danno sul Canal Grande e vediamo le gondole e il vaporetto transitare in silenzio. Dall’altra parte della parete ci sono ampi specchi intarsiati in legno con figurazioni barocche e tante foto in bianco e nero di Rio de Janeiro, strano perché quella sarebbe la città dei colori.
Nei paraggi delle docce incontriamo il mio amico. Ha un accappatoio bianco e pare molto rilassato. Dice:
“Quello che mi piace nel telefilm “six degrees of separation” è l’interazione tranquilla tra miliardari e gente comune, spiantati, falliti, poveri. Tutto il romanzo ottocentesco si è arrovellato ad analizzare tutte le variabili sulle differenze di casta e sui progressi sociali delle categorie più svantaggiate, adesso nella Grande Mela. E poi c’è l’elemento fondamentale che viene smarrita la dittatura del lieto fine, degli avvenimenti che dovrebbero concludersi come noi vorremmo, con la soluzione, il discioglimento dei problemi, mentre come dice una prof di letteratura l’unica cosa certa della vita è che non sappiamo che cosa accadrà.”
Mi viene dato un accappatoio bianco e mi avvicino alle docce. Ma il muro che ci separa dalla sezione femminile non arriva fino al soffitto e si sente quello che si dice dall’altra parte. Una soave voce di ragazza dice queste parole:
“Oggi ho paura, non riesco a dormire e ho paura di cio' che accadra', della vita che non sembra aver un senso o giustizia di qualunque genere. Ho una brutta cicatrice, frutto di una stupida caduta, che non sembra voler sbiadire, e' ancora di un rosso accesso anche dopo vari mesi; delle piccole bollicine, che a volte mi danno prurito ed hanno invaso progressivamente le mie braccia ed ora si stanno espandendo ad altre parti del corpo, un'allergia improvvisa non so bene a cosa, il mio corpo diventa sempre piu' tondo e sta perdendo le sue curve una volta abbondandi, ma che ora si stanno piano piano unendo in un'unica grande curva. Oggi il mio corpo mi e' estraneo, la mia vita mi e' estranea e mi intimorisce, non so cosa ne vorrei fare, non so che direzione darle, ma soprattutto non so se ci sia nulla che abbia un senso. Non ho paura dell'uomo nero e nemmeno di Master King o di Maria Strong, ma della vita, degli attimi che passano e che mi negano la consolazione del riposo, nonostante il sonnifero assunto in quantità da cavallo. Sono stanca, ma non riesco a fermarmi, non riesco a dormire, non riesco a reagire. Vorrei scappare ma non posso, legata a questo posto dalla responsabilita', dalla coscienza che non mi lascia scelta. Costretta a guardare in faccia ogni giorno, tutto cio' che mi ha reso un essere fragile, le mie paure che non ho mai saputo spiegare, che non hanno mai avuto un volto, una ragione d'essere. Il corridoio di questa “casa chiusa”, lungo, stretto e buio. Una bambina in piedi, sta piagendo, guarda la stanza in cui i genitori dormono, vorrebbe essere accolta nel loro letto, protetta dalle sue paure, ed invece e' li', sola, singhiozzante ed atterrita. Ho questa immagine nella mia mente, non so se sia un ricordo vero, o una falsa memoria, ancora oggi non ho imparato a fidarmi dei miei ricordi, delle mie memorie. Neanche allora le mie paure erano semplici, non c'era un uomo nero a spaventarmi, ma forse allora mi terrorizzava il vuoto che mi sembrava riempire la vita, l'assenza di una ragione, di un posto sicuro, di un mondo protetto. Forse le pillole non funzionano, forse ho veramente bisogno di quello che oggi la Maistress-Maitress ha chiamato il dottore dei pazzi, asserendo di non averne bisogno, perche' lei non è pazza... ed io? Io sono forse pazza? O forse loro, la Maitress, Master King sono ottusi, di mente chiusa? Tanto intimoriti di ammettere dei avere delle debolezze da preferire il malaffare, la malavita, l'incompresione, le battaglie al rischio di sembrar fragili. Ho tanti pensieri, forse illogici, senza senso e direzione, come mi sento io. Non ci sono uomini neri in agguato, a parte Master King, ma solo la vita con la sua faccia a volte terribilmente mostruosa, con la sua inutilita' a cui non sappiamo rinunciare.”
Segue un applausetto di tre quattro persone. Che cosa era? Una piccola rappresentazione con la maschera neutra di Lecoq? Oppure veramente una ragazza disperata? Io e il mio amico ci guardiamo allibiti. Forse è il caso di chiamare l’infermiere.

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Friday, October 12, 2007

IL MACEDONE


“Oh” dice adesso lui “ma saresti disposto raccontare certi eventi, per esempio, che ti trovi qui…”
“Sì che sono in un lupanare sofisticato, che vado in giro con due amici drogati e con mia moglie imputtanita e con un commerciante di droga che tiene un poveretto prigioniero e fra non molto lo torturerà e forse lo condannerà a morte, proprio mente l’Unione Europea sta mettendo al bando la pena di morte con voto unanime eccetto quello della Polonia che attualmente è governata da due gemelli e questa è la fantasia che supera la realtà, ed è talmente asservita all’America che si farebbe impiantare una specie di scudo stellare in casa, con la possibilità di essere bombardata per niente persino dall’Iran che forse vuole rinverdire i fasti dell’Impero Persiano e le avventure di Dario e di Serse…”
“Forse questo ragazzo ha bisogno di sesso”Interviene la ragazza musulmana. Lo vedo un po’ stressato. Potrei anche parlare delle imprese di Megalexandros e delle figlia di Dario Statira che divenne sua moglie e la sorella Dripeti, invece, fu data a Efestione, più bello certo di Alessandro, ma così innamorato del re da scatenare di continuo risse per la gelosia. Quelle con Cratero, l’altro angelo custode di Alessandro, e con Eumene, il primo segretario, erano memorabili eper certi versi spettacolari. Per non parlare del livore reciproco con quel bellissimo soggetto, l’eunuco Bagoa, che Alessandro tenne con sé fino al giorno della morte. Proprio lui che aveva sempre respinto, e con violenza, chi gli proponeva dei ragazzi. Con Bagoa fu diverso. E Bagoa era molto geloso di Efestione, fino alla follia.”
“Basta!!” Grido ora io e mi getto sulla ragazza. Mi ci strofino contro e in pochi minuti sono pronto per infilzarla. Lei senza smettere di parlare mi infila abilmente il condom . inizio a pompare ma lei non si rilassa tanto, guarda il maggiordomo-analista- eunuco con aria indispettita. Come se io non ci fossi, lui continua a litigare con lei.
“tu mi sbeffeggi per il mio presunto stato di evirato. Ma sappi che la mia virilità non è per niente defunta. Ho una carica erotica passiva enorme. Se voglio posso prendere il testosterone e ottenere ottime erezioni. Tu ti vanti di essere stata in una tribù di berberi, ma ti ricordo che lì eri una schiava e sei fuggita solo perché hai commesso un gesto che per tua fortuna non aveva precedenti e non era contemplato dalle regole di quel popolo. Poi a Malta non hai combinato molto.”
Lei risponde:
“A Malta ho anche molto studiato e sono diventata meglio di qualsiasi geisha. Nessuno ha la mia cultura.”
Da notare che questa conversazione avviene mentre io sono al lavoro con il mio rapporto sessuale. Per fortuna che quando parto sono come un treno a vapore, nessuno mi ferma, altrimenti non sarebbe difficile demoralizzarsi soprattutto per via della scarsa attenzione che mi viene prestata. Lo psicanalista insiste:
“Ciò che deprime non è il pensiero di una che la pensa diversamente da me, sia mai.Ciò che deprime sono le voglie morbose, e quindi volgari, di negare la forza etica del messaggio di Alessandro come anche quello di Che Guevara. Strumentalmente, come si usa. Ciò che deprime è chiudere gli occhi di fronte alle scelte di due uomini che hanno sacrificato i loro affetti per cause vive ancora oggi. Comunismo spontaneista e ellenismo. Perché a rendere immortale il Che e Alessandro, a dar loro quella «pericolosa abitudine di continuare a nascere» - coma la chiama Eduardo Galeano, non è l'iconografia moderna ma sono i milioni di individui che vivono oggi sotto la soglia di povertà. Uomini e donne che non hanno bisogno del "capitalismo compassionevole" “(mostro linguistico) alla Bush o dell’aristotelico “rasoio di occam” o del neo-platonismo di Marsilio Ficino: uomini e donne che chiedono invece riscatto e giustizia e non vogliono tra le palle l’Impero Romano o peggio il Sacro Romano Impero .Ciò che deprime è il gioco di nascondere l'impegno incondizionato di Guevara e del Macedone alla causa rivoluzionaria e politeista, espressione di un amore incondizionato per l'oppresso e lo sconfitto.Ciò che deprime sono le penne d'oro dei tanti Vargas Llosa che crescono e si riproducono anche in Italia.Ciò che conforta, invece, è che quanto più li insultano, li manipolano, li tradiscono o mentono sulle loro idee e i loro suoi atti, tanto più rinascono come aironi dalle paludi dell’Indo.”
Invece la ragazza, in assoluta contemporaneità, con piglio da saputella autoironica, mentre subisce spavalda le mie stantuffate, prosegue con le sue argomentazioni a mo’ di lezioncina:
“Efestione sposò Dripeti perché Alessandro, come lui stesso disse davanti a tutti, voleva che i figli del suo amico e amante fossero suoi nipoti. Oggi qualcuno potrebbe pensare che era un sistema, per due uomini che si amavano, di avere figli insieme. Dripeti purtroppo non ha avuto voce nella storia. Lei restò vedova addirittura prima di Statira. Il che, forse, la lasciò del tutto indifferente. Quando Roxane fece uccidere Statira era con Dripeti, così rimasero entrambe accoppate. Brutta storia. Brutalità. Raccapriccio. Molti si sono chiesti perché mai Statira non abbia alla fine sposato Mazeo che pure era passato dalla parte di Alessandro solo una settimana dopo aver eroicamente combattuto contro di lui a Gaugamela. Semplice: Dario aveva avuto, tutt’e due le volte che l’aveva offerta, troppa fretta. Quando Mazeo morì, nel 328, Statira non aveva ancora tredici anni, l’età minima, nell’Impero persiano e nelle Satrapie, perché una fanciulla fosse data in sposa. Quando Alessandro la prese ne avevo sedici, allora considerati più che sufficienti. Dripeti ne aveva quindici.”
Finalmente termino il mio lavoretto. Sono esausto. Osservo i volti piccati di quei due, mentre progetto di chiedere un rimborso alla Maitresse, anzi di non pagare affatto per scarsa compartecipazione morale. Poi mi accorgo che si è inserito un terzo personaggio. Uno dei Rom, in canotta, cappello e cicca in bocca, ci sta guardando da distanza ravvicinata con le braccia conserte.
“Ecco, bene” Dico io “Esprimi pure liberamente anche tu il tuo parere. Mi raccomando, sei libero. Non auto-censurarti. Esprimiti con parole tue e parla dal profondo del cuore.”
Quando estrae il coltello mi sorge il dubbio di essere stato forse troppo sarcastico. Ma per fortuna vedo subito che si accinge ad usarlo per la pulizia dentale. Lo guardo meglio. Ha una specie di baby-face e ha pure gli occhi buoni. Mi fissa compassionevole.

IL DESERTO


Vengono fatte le scelte. L’infermiere va con quella tipo Uma Thurman, il mio amico con l’olandese, io riesco ad accaparrarmi la ragazza di Marrakesh con diritto al consulente uomo prima del rapporto. Ci conducono attraverso diversi corridoi verso le stanze dove consumeremo gli amplessi. Di nuovo avvistiamo il gruppo dei simpatici migranti Rom. Sono ancora seduti al tavolo da gioco, ma sono circondati da diverse ragazze vestite da fatine, tutte col costumino con le alette, le calze colorate e la cipria colorate sulle gote. Fungono da portafortuna, forse e risuona un po’ il sospetto che niente di sessuale verrà mai consumato in quel contesto.
Si sente una frase proveniente da quel gruppo:
“Fare amicizia è una cosa sempre complicata. C'è un primo momento in cui ci si studia, ci si soppesa, si valuta se la persona che ti trovi davanti è qualcuno di cui potresti fidarti totalmente o solo in parte, a cui affideresti i tuoi pensieri. Dopodichè inizia il momento dei tentativi: si chiacchiera, si familiarizza, si cercano i punti in comune, si ride insieme, ci si guarda con una nuova confidenza. E poi c'è il consolidamento, quello in cui stare con quella persona diventa naturale e bello, non è più fonte di tensione, ma solo di pace; in questa fase non c'è più bisogno di dimostrare niente, c'è già la consapevolezza di essere stati accettati in toto, non si avverte più la necessità di riempire i silenzi, perchè ormai anche quelli sono comprensibili e rilassanti. Forse l'amicizia è quando si è in grado di stare in silenzio insieme.”
Penso che forse quegli uomini più che giocare a carte, quindi sublimare l’aggressività che potrebbe crearsi fra di loro all’interno del gruppo rispetto al ruolo di maschio dominante e queste cose tipiche dei clan di nomadi, stanno puramente cementando i loro migliori sentimenti di amicizia e di amore fraterno.
Intanto l’infermiere mi sussurra:
“Doris lessing ha appena vinto il nobel della letteratura”
“meritato?” Chiedo.

“Bè l’hanno dato a Gunther Grass.” Dice sprezzante l’infermiere.
“Oh Dio per la faccenda che era andato nelle SS?”
“Si vanta di esserci stato alla fine della guerra e di non aver partecipato a fatti di sangue, ma questo è ovvio perché la guerra ormai era finita e non avevano più gente da sterminare, poi vi è entrato quando ormai le responsabilità tedesche sul disastro anche se non sull’Olocausto erano palesi. Le SS non erano l’esercito, e fin qui potrebbero valere scusanti di tipo patriottico, erano per definizione truppe di sterminio, uomini selezionati per uccidere, natural born killers.”
“Sì, ma cosa deve fare quell’uomo? Ritirare tutti i suoi libri dalla bancarelle? Oppure dire leggeteli pure, tirate fuori quel poco di buono che c’è ma fate conto che non sia stato io.”
“Almeno dovrebbe restituire la cittadinanza onoraria di Danzica.”
“Bah, riceve un gesto simbolico e poi lui diniego simbolicamente… troppo complicato…lasciamo che si penta e si strugga da solo e che si goda il fatto di essere sopravvissuto a chissà quanti ettolitri di birra. Parliamo di Doris Lessing.”
“Boh, ha scritto romanzi apocalittici e da femminista ultimamente ha preso la difesa dei maschi, che sarebbero ora oggetti di un certo razzismo rovesciato.”
Finalmente giungiamo a destinazione. E’ una grande sala con tanti angoli organizzati tipo privè con paraventi e altre curiose strutture architettoniche. Ci sono molti caleidoscopi piuttosto voluminosi, almeno di un metro e alcuni acquari, ma i magnifici pesci all’interno sembrano abbastanza finti, galleggiano ma non guizzano e si ignorano fra di loro, a volte fino a scontrarsi. Molti palloni illuminati scendono dall’alto, in stile cinese.
Quindi ci rincantucciamo io, la ragazza di Marrakesh e lo psicoterapeuta maschio ora in giacca e cravatta ma che somiglia in maniera inquietante al maggiordomo eunuco. Non ha più la pelle scura ma si intravedono alcune strisciate di fondotinta tirate via forse troppo in fretta. Subito vuole darsi arie da sportivo e si mette a parlare di una partita amichevole di calcio a cinque svoltasi la sera prima:
“Eravamo otto contro otto in un campo piccolo. Non ci si capiva nulla. Alcuni hanno subito calcioni inverosimili. Nessuno passava la palla, solo un mio amico, certo Ercolino, si è distinto con passaggi molto precisi e due reti fulminanti, ma ora dimmi, amico, parlami di tua madre.”
“Oh Dio, mia madre?” cerco di oppormi. “Ma è proprio necessario? Non è un fattore inibente?”
“Oh ma l’importanza della madre non è così decisiva come ai tempi di Freud.” Dice la ragazza marocchina “Io sono scappata di casa rapita da un capo berbero. Mi piacevano i cavalli, la vita nel deserto. Mi piaceva sentire il calore di quegli animali sotto di me, mi piaceva sapere che c’era sempre la possibilità che si rifiutasse di andare, di progredire nel deserto. E in quel caso sarebbe stata solo colpa mia. La tribù mi avrebbe piantato lì a morire di stenti. Ma non è stato per questo che sono fuggita a Malta. Il fatto che ho ucciso una donna in combattimento, una mia rivale per il cuore di uomo, di un capo. L’ho uccisa con una pietrata, ma poi non sono stata introdotta nella tenda dell’uomo. La mattina dopo ho visto l’uomo che piangeva: era l’altra che voleva e io l’avevo uccisa. Così sono scappata prima che scattasse qualche forma di vendetta, che non era stata immediata solo per rispetto per la lealtà del combattimento, che era avvenuto davanti a tutti. Non è che l’avessi aspettata dietro un dattero e avvelenata con le ghiandole del serpente a sonagli.”
“cosa ne pensi del calore che emana da questa prostituta?” Chiede lo psicoterapeuta.
“Veramente “ dico io “mi ero preparato la risposta su mia madre. Il fatto che già a sette anni mi sono reso conto che mentiva. Più che un bambino. Le sue ricostruzioni dei fatti erano sempre inquinate da qualche bugia o esagerazione. Mi picchiava e mostrava a mio padre le ferite che si era autoinflitta nelle braccia come prova che ero stato io a menare. Così sono cresciuto con qualche complessuccio.”

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Thursday, October 11, 2007

IL RITORNO DI MASTER KING



Casualmente si apre una porta a doppio stipite. Si spalanca per caso e mostra ciò che ha dentro di sé, nel suo ventre infame, in un certo senso spassoso. Una tavola con zingari tipici originari della Serbia. Sembrano usciti da un film di Kusturika. Cappello in testa, canottiera bollata, stuzzicadenti, sigarette ardenti fino al filtro, dentatura incerta, coltellacci alla cintura, una pistola sul tavolo. Quattro giocano a carte senza passione, altri due osservano sbigottiti. La porta si richiude. Quella deve essere la zona gioco d’azzardo, ma non potevano giocare presso le loro roulottes?


Qualcuno chiude la porta in fretta e furia. E’ una specie di grasso maggiordomo-eunuco con giacca da pinguino però in cuoio, sombrero in testa, perizoma avvoltolato sul bacino e si sente la padrona lanciargli qualche frase smozzicata.


“Se cu becca master King… ti trapana il culo e ti mette allo spiedo… ti cuoce come un maialino… ti ricordi cosa successe a Maria Strong?”


Quelli sono nomi noti, già ma difatti è tutta farina del sacco del mio amico. Non dimentichiamo i sei gradi che sono sufficienti per conoscere l’intera popolazione mondiale. Qui ci sono alcuni segreti da svelare, ma sono vieppiù coincidenze o al massimo ovvie conoscenze collocabili al primo secondo grado della galassia del mio amico.


Intanto cominciano a comparire le prime ragazze. Si presume si presentino per la possibile scelta. La prima è una pallida Salomè dal naso semita. Mi piace un sacco. Vestita di veli, stracci, tendaggi. Va e viene da dietro un paravento.E’ eburnea come latte caprino munto all’alba nei versanti dolomitici orientali. Dice:


“mi fermo. Respiro. E lascio il vento percorrermi veloce. Riconosco i suoni del mondo attraverso echi. Esulto al passaggio di un TIR. Sorrido, rido insieme alle mie sorelle danzanti a piedi nudi sull’erba fresca e mi rotolo nella terra come una sgualdrina…”


“no, non sei una sgualdrina!” Interviene il mio amico in stile samaritano.


“Io lo sono!” Puntualizza lei “Non mi si vengano a narrare le storie che tutte le donne fanno qualcosa per qualcosaltro, che un buon matrimonio è sempre un buon prezzo, alto o basso, per l’ingresso attraverso le mie umide concavità. Io lo sono perché all’età precisa di quindici anni, parte differenze di menarca, ogni donna sente suonare una campana e la mia ha emesso un suono inconfondibile.”



Finalmente ne arriva un’altra. Alta allampanata sembra Uma Truman in “Pulp Fiction”. Ha le ginocchia arrossate e le orecchie a sventola. Molto curiosi gli occhialini a mezzaluna. Dice:





“io non sapevo che le tortore grugassero...quà ci sono solo corvi...ma le foglie piovono, eccome, e non solo loro...nell'asciutta lucidità dei gradi pomeridiani, otto.
Se volete ve ne prendo un pò in prestito, non troppi però, ci tengo a questo bel freddo...magari giusto il tanto da far salire di qualche tacca il tuo barometro emotivo..”


“ma questa ragazza, si presume ha già fatto il pieno di sostanze?” Chiede il mio amico


“In effetti se sente così il freddo deve star male. Si può pensare che sia in astinenza. Qui si gode di una temperatura ideale. Ventidue gradi, l’ideale per il corpo umano in buona salute… poi se ci sono meccanismi di termogenesi saltati” Aggiunge l’infermiere.


“ma voi dovete assorbire le ragazze ele cose che dicono così come si riceve, non vorrei essere blasfema, un Sacramento” dice la Magister-Mistress. “una forma di emanazione dall’alto.”


E ancora un’altra, questa un tipo robusto, con la faccia rotonda e tante lentiggini arancioni, una che a guardarla potrebbe sembrare una brava contadina cristiana olandese, tutta lavoro e dedizione ai figli, questa vestita proprio come si deve: minigonna, stivali, maglietta nera scollata con maniche lunghe e squintalate di bigiotteria, dice:


Era ora. Mi sento meglio. Il rosso mi sbava di striscio e abbaia forte.
Mi piacerebbe diventare più chiassosa. E' un proposito che sto coltivando da sabato, quando ho acquistato una borsa oversize di pelle rossa.
Una borsa adatta a chi, come me, si porta appresso la casa, come le chiocciole. Portafogli, documenti, agenda, trousse, spazzola, salviette umidificate, chiavi, cellulari, I-Pod, un-libro-qualunque-libro-purchè-ce-ne-sia-uno, fermaglio per capelli, una cartolina datata luglio millenovecentonovantadue, farmaci per ogni evenienza, penne, mollette, deodorante, biglietti di treno obliterati, lima per unghie, una conchiglia, caramelle, scontrini.
Dal freddo e dalla pioggia e dai sorrisi stinti io mi difenderò con la mia borsa rossa.
Finchè non intravedo la finestra di questa vita, da spalancare. Finchè la tenerezza fotte la passione. Finchè mi trovo a metà strada e sono indecisa se proseguire o tornare indietro.
Io mi difendo con la mia borsa rossa. Nella mia borsa rossa.”


Ci guardiamo abbastanza sbigottiti. Comincia a serpeggiare un po’ di noia. Qui quando si fotte? Va bene estetismo e presentazione del prodotto, ma che non si esageri un pochino? Difatti la maestra comincia a quagliare e viene al sodo:


“Dunque ragazzi. La tariffa sono trecento euro per un’ora di sesso. Trecentodieci se volete assicurarvi. La polizza comprende tutto: incidenti agli organi genitali, frattura del pene, distacco del filetto, spappolamento di un cogione o di entrambi, dermatiti, malattie veneree comprese quelle mortali: AIDS, sifilide all’ultimo stadio, quella delle gomme al cervello, quella del maestro di tutti noi, Friedrich Wilhelm Nietzsche. C’è da firmare la polizza dove non si parla di prestazioni a pagamento ma di attività sanitarie ad opera di badanti straniere. Capite la situazione, qui in Italia abbiamo una legislazione restrittiva. Abbiamo diversi bonus e possibilità. Venire filmati vi costa un supplemento di duecento euro, poi vi daremo il CD con incisa la performance al completo. Con cinquanta euro in più si può usufruire della radiocronaca, con una voce a scelta maschile o femminile a scelta che descrive i momenti salienti o anche quelli comuni e sottolinea con una certa foga le fasi topiche: penetrazioni, orgasmi, gesti inconsueti interessanti o bizzarri. Una ulteriore opzione con venti euro in più viene data dalla cronaca alla brasiliana, con accento brasiliano e vezzi tipici delle cronache calcistiche del campionato carioca, per esempio il suono delle vocali prolungato al massimo dell’espirazione del radiocronista. Questo è tutto, signori. Buon divertimento.”


e il consulto psicologico?” Chiede l’infermiere al quale non potrebbe certo sfuggire una cosa del genere.


“Oh giusto. Chiedo scusa, ora sento, perché entrambe le nostre specialiste sono impegnate con la nostra clientela rumena…”


“Ah sono rumeni quegli zingari?” chiede il mio amico.


“Oh signori” dice lei “vi pregherei maggiore politically correct. In ogni caso teniamo molto alla privacy.”


Mentre lei telefona. Io cerco di fare qualche accenno al mio amico a proposito di master King e maria Strong, ma lui fa spallucce. Alla fine la padrona annuncia:


“subito abbiamo pronto un consulente maschio, di solito specializzato in clienti omosex, ma molto bravo nei casi etero. Per la fine del rapporto nel caso sarà pronta la consulente psicologa di sesso femminile.


“ma bisogna scoparsi il maschio?” Chiedo io destando l’insofferenza del mio amico che mi grida:


“Allora sei scemo. No! Scopi la femmina e il maschio ti inquadra quella psiche marcia che hai! Spero che non ti valuti il QI perché sarebbe una tragedia!”


“Oh ma tu l’umorismo non lo capisci” Mi difendo.


“No, è che sei tonto. Sembri venuto giù con la piena. Non ti intendi di questi posti raffinati.”


“Tu ti stai facendo bello con la signora manager perché speri che ti si offra, ma ti sbagli, vero signora?”


“Oh” fa lei ormai molto distaccata “i signori sono tanto simpatici, ma ora devo andare. Mi attende un altro gruppo di clienti alto-atesini.”


“Ma noi non siamo altoatesini” Borbotto.


“Oh cazzo!” Esclama il mio amico.


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