assolto
Lo juventino è stato sentito fare all’amico un discorsetto consolatorio relativo forse all’ultima moglie del fotografo. Più o meno, dice la moglie del mio amico che origliava dal bagno delle donne (sì, ancora i cessi, luoghi di eccellenza per ogni qualsivoglia involontario passaggio di informazioni), il discorso dall’uno all’altro sarebbe decorso così:
“Com'è che te lo spiego che esageri? No non è il momento adatto per svelartelo, magari un giorno... quando i tuoi sentimenti non ribolliranno più in questo modo, no nemmeno allora, forse non te lo dirò mai e resterà un pensiero inconfessato...”
“Cosa intendi?”
“So quanto soffri, mi chiedi come ho potuto affrontare e sopportare il medesimo dolore per più di un anno. Ti rispondo che non ho avuto scelta, mi correggo, non l'ho nemmeno cercata un'alternativa. La mia cocciutaggine dettava regole precise, forse era uno step necessario nella mia vita: dovevo crescere e dovevo farlo in fretta, in quel modo e in quel momento. Ora tocca a te. Per amore si soffre, ma ancora di più per desiderio. Poco serve che io ti dica che sono solo le tue convinzioni a farti sanguinare, tanto solo tu e il tempo potete metterci fine. Non mi è piaciuto che nonostante lei per la terza volta ti avesse chiesto di lasciarla libera tu abbia insistito, come se solo il tuo pensiero avesse importanza. Non mi è piaciuto che per così tanto tempo tu abbia snobbato quelle amicizie che ora avido cerchi. Non mi piaceva quando con quel fare sapiente mi chiamavi "il mio bocciuolino d’oro", mi suonava patetico, dicevi di amarla ma sentivo che lei non ti considerava allo stesso modo e mentre tu la enfatizzavi lei ti scaricava a casa alla sera per i suoi amici... ma tu la giustificavi. Amore, eh? Già. Quest'ultima parte la comprendo. Mi vorrai bene anche se non ti dico proprio tutto? Questi sfoghi restano solo per me, almeno per ora.”
“Ma cosa devo sapere?”
“Va bene. Lei mi pagò. La prima volta mi diede cinquemila euro. Non capivo e rifiutai. Ma come faceva a sapere? Cosa aveva intuito? Come aveva potuto se io ero vergine? E’ stato forse questo a determinare tutto ciò che è successo dopo, il fatto che io ti abbia offerto l’intimità delle mie mucose?”
“Non devi dire queste cose. Non devi pensarle. Io stesso dimenticherò. E non tu userò più come sfogo, almeno fino a stasera alle dieci, dieci e mezza.”
Ma perché un caprone così dovrebbe essere un sensibile fotografo capace di fermare in un clik le epifanie del mondo reale, le ineluttabili modalità del visibile? Questa domanda sciocchina non la farebbe nemmeno quell’analista pre-alpino di prima. Non sarebbe certo il primo caprone maleducato, egoista e ottuso che per qualche motivo si ritrova dotato di un qualche tocco magico nei territori di una delle sette muse comprese le ultime arrivate: ottavo il cinema, nona la fotografia, decimo il design.
Intanto i due bamboccioni hanno ripreso a parlare di attualità politica. Un vero supplizio.
“Il Berlusca può proseguire. Lui, Silvio. E’ stato assolto per la vicenda SME, corruzione di giudici. La Sesta sezione penale, presieduta da Giorgio Lattanzi, si è così allineata alle richieste della pubblica accusa della Cassazione che stamattina aveva appunto chiesto il rigetto del ricorso della Procura di Milano.”
Il secondo mollaccione stavolta non sembra dargli contro in maniera diretta, ma si coglie un tono ironico nella sua voce.”In questo modo Berlusconi è stato definitivamente assolto dall'accusa di corruzione in atti giudiziari per i 434 mila dollari che da un conto Fininvest sono finiti al giudice Renato Squillante attraverso Cesare Previti. Per questo capo d'accusa l'assoluzione per non aver commesso il fatto era già arrivata in appello, mentre in primo grado l'ex presidente del Consiglio per questo capo d'imputazione era stato prosciolto per prescrizione grazie alla concessione delle attenuanti generiche. Interpellato dall'ADNKRONOS, l'avvocato Gaetano Pecorella, uno degli storici difensori dell'ex premier, non nasconde l'amarezza per i 20 anni di sofferenza che hanno segnato la storia politica di questo Paese. Certamente, dice il difensore di Berlusconi, 'un'assoluzione moralmente è sempre un risarcimento, ma ora sarebbe giusto che chi lo accusò a suo tempo gli chiedesse scusa in maniera tangibile, si tagliasse una falange alla maniera degli impiegati nipponici accusati di rubare in azienda.”
Il primo bamboccione non nasconde il nervosismo: ”Nella breve requisitoria il giudice della Cassazione Oscar Cedrangolo, allineandosi alla relazione fatta dal consigliere Giacomo Paoloni, e questi nomi me li sono inficiati nella memoria come quelli di un giallo di Simenon, non ha potuto fare a meno di sottolineare che "risulta pacificamente che sia la sentenza che ha assolto" dall'accusa di corruzione Berlusconi, "sia il giudice di Milano che ne vorrebbe l'annullamento si fondano sulla stessa sentenza Imi Sir". Dunque, secondo il pg della Suprema Corte, "è singolare che si possa pensare che la stessa sentenza possa essere sottoposta a due chiavi di lettura diverse: l'assoluzione da una parte a la cancellazione dell'assoluzione dall'altra".
“Ah, ma guarda” interviene mia moglie “E’ singolare che le stesse pagine della Bibbia ispirino due religioni diverse.”
Il bamboccione la guarda con odio. Quando parla ormai gli esce una densa schiuma dalla bocca ”A chiedere ai giudici della Cassazione l'accoglimento del ricorso della Procura di Milano è stato, invece, l'avvocato Massimo Giannuzzi, legale della presidenza del Consiglio dei ministri, costituitasi parte civile nel processo.”
L secondo bamboccione sale sopra un fitone e ora declama o mo’ dell’ubriaco del Woyzek:
"Ritengo di poter dissentire dalla richiesta del pg della Cassazione - ha detto Giannuzzi ai giudici della VI sezione penale - perché effettivamente è anche vero che la Procura di Milano nel ricorso si fa carico di spiegare che dalla sentenza Imi Sir ci siano gli estremi perché si possa configurare il reato di corruzione in atti giudiziari nei confronti dell'imputato".
L’altro mi guarda e mi parla con calma guardandomi negli occhi e gesticolando con lente mosse di karatè:”Per i difensori di Silvio Berlusconi il ricorso va respinto in quanto "il Pg rivisita in punto di fatto delle valutazioni che giuridiche non sono". Di conseguenza, in adesione alla richiesta della pubblica accusa della Suprema Corte, gli avvocati Niccolò Ghedini e Gaetano Pecorella, i nomi li so perché l’erudizione passa proprie per conoscenze apparentemente inutili che si depositano negli anfratti dell’encefalo in attesa di essere capitalizzate, nelle loro brevissime arringhe, hanno chiesto la conferma dell'assoluzione per Berlusconi, il Berlusca.”